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Michele Misseri scrive alla figlia e la scagiona: «Sabrina scusa, so che sei innocente»

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2011 alle ore 19:45.

C'è una nuova, sorprendente, versione di Michele Misseri, l'uomo che si era accusato dell'omicidio ad Avetrana della nipote Sarah Scazzi e poi aveva indicato la figlia Sabrina quale responsabile del delitto. Si apprende ora che in due lettere, inviate alla vigilia di Natale alle figlie Sabrina e Valentina, Misseri sarebbe tornato a ritrattare la sua ultima confessione e avrebbe, di fatto, scagionato Sabrina scusandosi con lei per averla accusata.

Michele Misseri nelle lettere non avrebbe fatto i nomi di altre persone che avrebbero partecipato all'omicidio. In entrambe le lettere, sempre secondo le stesse fonti, l'agricoltore avrebbe scritto che Sabrina è innocente. Le missive sono ora al vaglio degli inquirenti. Il contenuto della lettera inviata a Sabrina, secondo le fonti vicine alla difesa della ragazza, sarebbe «molto più forte di quello della lettera fatta recapitare all'altra figlia Valentina».

L'interrogatorio: «Sì, ho scritto io quelle lettere»
La circostanza è emersa dall'interrogatorio al contadino di Avetrana che i legali di Sabrina Misseri, Franco Coppi ed Emilia Velletri, hanno svolto oggi nel Carcere di Taranto, nell'ambito delle loro indagini difensive. I due avvocati sono arrivati nel penitenziario portando con sè le due lettere per mostrarle a Misseri, che le ha riconosciute ed ha confermato di averle scritte di suo pugno, senza la pressione di alcuno o l'intenzione di favorire altre persone.

I legali di Sabrina avevano chiesto e ottenuto l'interrogatorio ed hanno posto domande relative alla due lettere in questione e Misseri si è limitato a riconoscere quanto scritto e niente altro. Zio Michele, infatti, si è avvalso della facoltà di non rispondere sulle altre domande che gli sono state poste. «Alla domanda specifica sul contenuto delle lettere, Michele Misseri si è riservato di rispondere se e quando sarà interrogato dai magistrati». Lo ha riferito l'avvocato Franco Coppi parlando ai giornalisti dopo l'interrogatorio dell'agricoltore in carcere.

La nuova verità di Zio Michele
Sono due lettere distinte ma dal contenuto analogo quelle riconosciute da Michele Misseri e inviate la vigilia di Natale alle figlie Sabrina e Valentina. Lettere che, secondo il collegio difensivo di Sabrina, aprirebbero nuovi scenari nell'inchiesta. Le due missive sono state consegnate all'ufficio del pubblico ministero dopo l'interrogatorio dell'agricoltore. Michele Misseri, a quanto si è appreso, si stava dilungando nelle risposte e sarebbe stato bloccato dai suoi difensori, Daniele Galoppa e Francesco De Cristofaro, con i quali si è consultato prima di riprendere l'interrogatorio.

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Tags Correlati: Avetrana | Carmine Misseri | Daniele Galoppa | Emilia Velletri | Francesco De Cristofaro | Giustizia | Michele Misseri | Sabrina Misseri | Sarah Scazzi

 

Sabrina stanca ma soddisfatta
«Sabrina è apparsa provata ma al tempo stesso ha espresso soddisfazione per essere assistita da un collegio difensivo che sta facendo tutto il possibile per aiutarla. A me piace giocare di rimessa, ora vedremo cosa faranno i magistrati». Lo ha sottolineato l'avvocato Franco Coppi, uno dei legali di Sabrina Misseri, a conclusione dell'interrogatorio in carcere del padre della ragazza, Michele, nell'ambito di indagini difensive. «C'è una scadenza prossima, quella del tribunale del riesame - ha ribadito Coppi - in cui rinnoveremo la richiesta di scarcerare la nostra assistita».

La moglie Cosima e il giallo del telefonino
Anche Cosima Serrano, moglie di Michele Misseri, e sua sorella Emma sono state ascoltate nel pomeriggio nella caserma di Avetrana dalla squadra di polizia giudiziaria di Taranto nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio di Sarah Scazzi, per il quale sono in carcere lo stesso Michele Misseri e la figlia Sabrina, da lui chiamata in correità. L'audizione avrebbe avuto per argomento la visita compiuta nei giorni scorsi dalle due sorelle a casa di Carmine Misseri, fratello di Michele. In quella circostanza, secondo quanto riferito da Carmine poi ai magistrati, Cosima ed Emma avrebbero mostrato all'uomo un telefonino, chiedendogli di aprirlo e dicendogli che apparteneva a Sabrina: Le due donne avrebbero aggiunto che un altro telefonino, forse appartenuto a Sarah, era rimasto incastrato nel cruscotto della Opel Astra della stessa Cosima. Carmine Misseri però si sarebbe rifiutato di aiutare le due donne, recandosi poi in procura a Taranto per segnalare l'episodio.

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