House Ad
House Ad
 

Notizie Italia

Viaggio nel paese di Sarah. Un paese normale. Prima che si accendesse il Grande fratello dell'orrore

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2010 alle ore 06:39.

Ad Avetrana facevano magliette e abbigliamento di fascia bassa, una manciata di aziende, qualche centinaia di dipendenti e altrettante casalinghe a cucire per i conto terzisti, senza orari, contributi e guadagni adeguati. Poi, qualche anno fa il made in China ha spazzato via tutto.

Ad Avetrana hanno piantato ulivi ovunque, quasi mezzo milione di piante. Si guadagnava fino a quando le olive di Marocco, Tunisia, Algeria hanno invaso la Ue attraverso la Spagna. I prezzi sono crollati. E molti olivicoltori risparmiano nell'unico modo possibile: non raccolgono le olive, niente potature, i braccianti a casa.

La globalizzazione vista da Avetrana,il paese pugliese catapultato nel circo mediatico per il dramma di Sarah Scazzi, ha la faccia feroce che stravolge un'economia fragile. Mazzate che vanno ad aggiungersi al ridimensionamento dei fondi statali ed europei. L'emigrazione è ripartita, i giovani non hanno prospettive. Avetrana è in drammatica crisi. Una parte degli abitanti, minima, non ha trovato di meglio che cadenzare la giornata seguendo i palinsesti delle trasmissioni in diretta, una sorta di Grande fratello dell'orrore. Dal benzinaio, dai barbieri e nei bar non si parla d'altro, molti si sono improvvisati investigatori, ognuno ha la sua versione e i suoi sospetti. Ma larga parte degli avetranesi si è sentita offesa nelle descrizioni mediatiche del paese. E mal sopporta i turisti dell'orrore che vagolano tra la casa di Sarah e la cantina-garage dello zio Michele. Una scritta sul muro, per una volta non atto vandalico, sintetizza l'esistente: «Questo nn è Holliwood».

Il circo mediatico abbandonerà Avetrana, lasciando in crisi di astinenza improvvisate comparse e aspiranti intervistandi, i furgoni con le antenne per le dirette tv andranno a ravanare spazzatura altrove, negli studios i soliti tuttologi cambieranno cappello per spiegare psicologie e dinamiche di altri casi. Avetrana resterà con i suoi problemi. Tanti.
Le case sono tenute bene, in un confuso reticolo senza piano regolatore, la delinquenza è limitata a sporadici furti, la criminalità organizzata è assente. I cafoni, è ovvio, ci sono, lo vedi anche dal cartello appeso al distributore delle sigarette: «I signori clienti sono pregati di non tirare calci e pugni alla macchinetta». I prezzi sono bassi, orate a 6 euro al chilo, una villetta a schiera costa 115mila euro. Molte associazioni di volontariato dicono che il paese non si è sfaldato. In questi giorni i tre vigili urbani hanno potuto contare sulla cinquantina di volontari della Protezione civile. Ci sono volontari per visite guidate e mostre culturali. E tanto sport. Don Dario De Stefano, da otto anni alla parrocchia del Sacro Cuore, ne è sicuro: «Ho iniziato il mio sacerdozio nella periferia romana, poi sono stato in centri pugliesi più grandi, posso fare il paragone. Il tessuto di Avetrana resiste: le famiglie seguono i ragazzi e il volontariato è vivo. Non siamo villaggio da terzo mondo o terra del nulla».

L’articolo continua sotto

Depositata l'ordinanza del gip, Michele credibile Cosima ha coperto (Ansa)

Il gip: Michele Misseri credibile, Cosima ha coperto i familiari. L'ordinanza di custodia in carcere per Sabrina

Sarah Scazzi è stata «uccisa nella cantina del garage con una corda»: un reato che si è compiuto

Cosima e Valentina Misseri (Oly)

Madre e sorella a casa dopo la visita a Sabrina in carcere. Lunedì a Roma le indagini tecniche

Le circostanze dell'omicidio di Sarah Scazzi non sono ancora chiare e sospetti e indiscrezioni

Tags Correlati: AN | Dario De Stefano | Francesco Scarciglia | Istat | Italia | Nicola Spagnuolo | Pescatori | Prezzi e tariffe | Pubblica Amministrazione | San Biagio | San Giovanni Battista | Sarah Scazzi | Tribunali amministrativi regionali (TAR) | Udc | Vigili Urbani

 

L'ottimismo della fede è forte, la provincia italiana ci ha abituati a miracoli di resistenza e arte di arrangiarsi. La strada di Avetrana non è terra di nessuno, ma di confine sì. È in Puglia, regione di confine, è al limite della provincia di Taranto. Il dialetto è vicino al leccese con influenze brindisine e tarantine. Terra di confine anche per il gap generazionale, giovani e vecchi vivono quasi mondi separati. Nel paese ci sono 238 laureati e, secondo le rilevazioni Istat, 364 analfabeti, di cui un centinaio con meno di 65 anni. Ci sono 1.146 diplomati e 996 risultano senza titolo di studio. Laureati e diplomati vedono il mondo attraverso internet e la tv, leggono poco: le cinque edicole vendono 62 quotidiani al giorno, saliti a 151 in questi giorni. I giovani non sanno capacitarsi alla vita senza prospettive. Molti emigrano. In paese ci sono 7.117 abitanti, nel 1991 erano 8.600. In realtà ci vivono in poco meno di 5.500, gli altri sono a lavorare al Nord, soprattutto i giovani diplomati o laureati. Ci sono anche una quarantina di extracomunitari, per lo più dell'Europa dell'Est, così sfigati da cercare fortuna in un posto che ha poco da dare.

Avetrana è vicina al Salento, ma non ha sfruttato il boom delle masserie di lusso, è a pochi chilometri dal mare, ma non ha un metro di spiaggia, i turisti affollano Porto Cesareo. Settemila abitanti, 73 chilometri quadrati, con uliveti e poco altro. Alle scuole superiori si va a Manduria o a Lecce, all'università a Roma o Milano, da qualche anno anche nella capitale salentina, pochissimi a Bari. La multisala più vicina si trova a Nardò, 32 chilometri. Discoteche idem, Nardò o Lecce. Non c'è ospedale o ricovero per anziani, per prendere il treno delle ferrovie devi andare a Erchie, a dieci chilometri. C'è l'autobus per Taranto, un'ora e mezzo abbondante per 50 chilometri. La diocesi è quella di Oria, nel Brindisino, il protettore è San Biagio, per le feste patronali si fanno prestare le reliquie del martire dal santuario di Maratea.

Redditi da fascia povera. I guadagni stentano, il reddito medio del 2008 è stato di 6.126 euro, il più basso della disastrata provincia di Taranto (sono 9mila e rotti in Puglia). Le dichiarazioni fiscali sono poche, al fisco risultano sei "paperoni" che hanno dichiarato oltre centomila euro d'imponibile (probabilmente proprietari di grandi tenute e di una manciata di masserie trasformate in strutture ricettive), 34 "ricchi" in una fascia compresa tra i 50 e i centomila euro, la gran parte dei contribuenti è sotto i 10mila euro.

Internet per pochi. Su 2.660 famiglie ci sono 2mila linee telefoniche fisse (il 10% è per negozi, imprese e studi professionali), sei telefoni pubblici e meno di 500 connessioni Adsl: se togliamo pubblica amministrazione, associazioni e aziende, internet è in una famiglia su dieci. Non a caso Sarah andava in biblioteca per navigare su Facebook. In compenso i cellulari sembrano diffusissimi (anche se la copertura non è delle migliori), puoi fare le ricariche in bar, tabaccherie, ricevitorie del lotto e negozi. Secondo i dati, 800 famiglie non hanno l'apparecchio tv, ma su questo pesa l'evasione del canone Rai.

Tanti ulivi, le olive restano sull'albero. Avetrana è il comune d'Italia con la maggior parte del territorio piantato a uliveto, 50 chilometri quadrati su 73. Nicola Spagnuolo, presidente della Cia per il comprensorio, fa conti rapidi: «Un bravo bracciante raccoglie fino a quattro quintali di olive al giorno, mi costa 40 euro cui devo aggiungere 26 euro di contributi, poi devo affrontare le spese di molitura e trasporto, altri 12-15 euro di costi. Per quei quattro quintali incasso 60 euro, le olive sono quotate 15 centesimi al chilo, che non bastano neanche per pagare il bracciante, senza contare le spese sostenute per arature, diserbi e potature». Nel 2009 Spagnuolo non ha raccolto; quest'anno saranno molti di più a lasciare le olive sugli alberi. E lancia l'allarme: «Tremonti a inizio estate ha negato la proroga della fiscalizzazione degli oneri contributivi, da 11-12 euro sono passati a 26, per un trattorista si arriva a 30 euro al giorno. Una situazione insostenibile, scenderemo in piazza, Avetrana è stato il primo paese a bloccare le strade negli anni 90 per protestare contro la politica Ue».

Gli espianti delle vigne. Un migliaio di ettari sono coltivati a vitigno. Il Primitivo è di recente scoperta, valorizzato dai grandi sommelier, vendite e qualità sono in crescita. Ma i prezzi delle uve avetrane, usate spesso per tagliare i vini del Nord, calano e molti proprietari stanno espiantando i vigneti. Non ce la possono fare le 850 aziende agricole del paese, anche se molti agricoltori fanno parte del registro camerale solo per avere la benzina agricola agevolata. Secondo stime, che nessuno conferma, sono meno di 350 le imprese agricole vere.

Il tufo abbandonato. Avetrana ha vissuto un periodo favorevole negli anni 60 con le cave di tufo. Erano decine, hanno perforato e crivellato tutto il possibile, ora ne sono rimaste pochissime, perché il tufo è bello, ma assorbe l'umidità.

Welfare a larga diffusione. L'Inps è probabilmente la principale fonte di incassi ad Avetrana. Ai settemila abitanti eroga 1.114 pensioni di vecchiaia e 393 di reversibilità. Paga 421 assegni d'invalidità, 194 indennità d'accompagnamento, sostiene 708 disoccupati dell'agricoltura e 120 senza lavoro degli altri settori, più una cinquantina di pensioni sociali e assegni vari. Le indennità per i cassintegrati sono a parte, ma non sono disponibili dati disaggregati. Gli under 50 sono 4.571: contando che molti assegni si possono cumulare, si può stimare che una metà abbondante degli avetranesi con più di 50 anni passa ogni mese dall'Inps per l'incasso.

Risparmi lontani dalla finanza. Lavoro e redditi sono quello che sono, gli assegni Inps non arricchiscono, ma gli avetranesi sono risparmiosi, non si fanno tentare dalla finanza. Nel paese ci sono due sportelli bancari, quello della Popolare pugliese e quello del vero leader di mercato, la Banca di credito cooperativo di Avetrana, fondata nel 1957. Il presidente Michele Pignatelli elenca i risultati del bilancio 2009: sui conti correnti sono depositati 90 milioni, i risparmiatori hanno 8,6 milioni di obbligazioni, 38 milioni sono stati prestati per mutui ipotecari. Le "attività deteriorate", come sofferenze e incagli, sono limitate a 2,4 milioni.

Partiti effervescenti e litigiosi. La sede del Pd è in piazza Giovanni XXIII, sulla bacheca c'è un cartello sulla scomparsa di Sarah e l'avviso che il pullman per la manifestazione nazionale della Fiom (sabato scorso) parte alle 4,30. Vicino c'è il ritrovo dell'Udc, e, in disuso, la sede di Alleanza nazionale. A pochi passi c'è il Pdl, Sinistra & libertà, che ha promosso l'autoriduzione delle bollette del gas, più avanti La fabbrica di Nichi (Vendola). La sera, prima di cena le sedi sono affollate, scontri verbali tra i gruppi mentre sulle panchine i braccianti aspettano una chiamata per il giorno dopo. Una partecipazione forte, sconosciuta nelle grandi città. I temi non mancano: il Pd accusa la giunta di centro-destra di avere accumulato un deficit extrabilancio di 500mila euro per lavori senza gare d'appalto, il Pdl ribatte che i comunisti vogliono frenare lo sviluppo appigliandosi alla forma. C'è da ristrutturare il cimitero e costruire il depuratore: la maggioranza si oppone al progetto regionale che prevede di versare in mare le acque chiarificate, vuole utilizzare una vasca mai entrata in funzione per riutilizzare le acque in agricoltura.

La guerra delle spiagge. Il leit motiv di Avetrana è uno: lo sviluppo è nel turismo. Da metà anni 90 il consiglio comunale pressa la regione per entrare in possesso di 6 chilometri di spiaggia, strappandoli a Manduria (che ne ha 18 in totale). Si tratta di una zona senza servizi essenziali - dicono - abitata per lo più da avetranesi, perché non possiamo sfruttarla noi? La regione non ha mai risposto, ora il Tar le ha imposto di dare una risposta motivata entro 90 giorni.

Niente solare, manca la linea. La Puglia è piena di parchi eolici e solari, ad Avetrana neanche uno: la linea ad alta tensione per assorbire l'energia rinnovabile è lontana. Un proprietario terriero era pronto a investire 1,6 milioni per produrre un megawatt e mezzo su quattro ettari di terreno. Ma ha desistito quando ha scoperto di dover spendere 600mila euro per allacciarsi alla linea dell'Enel, distante chilometri, perdendo ogni minima redditività.

Quei capannoni nella zona industriale. In periferia un cartello indica la zona che andrebbe definita artigianale: nove capannoni, di cui due chiusi, quattro in costruzione, un centro vendita. C'è chi taglia pietre e marmi, chi produce serramenti. Francesco Scarciglia, proprietario di un apprezzato ristorante a Torre Colimena, paesino sul mare a pochi chilometrri da Avetrana, lavora il tonno. «Lavoriamo in 12, utilizziamo solo il tonno che peschiamo con la nostra barca o quello della cooperativa Pescatori di Porto Cesareo, che ha 160 soci e 70 barche. La nostra è una scommessa, vogliamo vedere se il mercato apprezza la qualità oppure guarda solo al prezzo». Una tonnellata di prodotto l'anno, vasetti che costano 4-5 euro, più del doppio delle normali lattine: «Il nostro è un tonno a chilometro zero, pescato nello Ionio e subito lavorato. Gli altri fanno più chilometri da morti che nuotando, pescati in qualche oceano, lavorati in Thailandia e venduti da noi». Il proprietario del Tonno Colimena è ottimista: «Abbiamo cominciato con il mercato locale, ora puntiamo su Roma e Milano. Lavoriamo con il freno tirato, ma se le cose vanno nel modo giusto siamo attrezzati per arrivare a 30 dipendenti».

Calcio femminile all'oratorio. Avetrana ha due parrocchie, San Giovanni Battista e la più recente, dedicata al Sacro Cuore. E due oratori. Belli, grandi e attrezzati, veri punti di riferimento per giovani e ragazzi. Unici punti di aggregazione, 360 ragazzi e giovani tesserati, più una nutrita squadra di educatori e allenatori. C'è la squadra, Sant'Antonio Avetrana, che milita nel campionato di seconda categoria, domenica scorsa è finita 0-0 contro l'Imperial Francavilla nella giornata dedicata al ricordo di Sarah. Gli oratori hanno sale giochi, campi di calcetto per i piccoli, team di calcio femminile, basket, pallavolo, financo corsi di sepak taraw, un nuovo sport che incrocia calcio e pallavolo. E poi laboratori artistici, corsi di chitarra e di tecniche recitative.
«L'oratorio - spiega don Dario - si occupa del tempo libero, ma anche e soprattutto della formazione, con corsi per ragazzi e adolescenti. Per i più grandi organizziamo incontri di gruppo ma anche dialoghi personalizzati per andare a fondo dei problemi: quando uno ha un problema, la prima porta che bussa è quella della parrocchia».

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da