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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2011 alle ore 13:49.
Raddoppiano le esportazioni italiane in Brasile: circa il 50% in più nei primi nove mesi del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009. Lo ha detto il presidente dell'Ice, l'Istituto nazionale per il commercio estero, Umberto Vattani, nel corso del convegno a Roma, organizzato assieme a Confindustria, «Brasile: Mondiali di Calcio 2014 e Olimpiadi 2016 - Opportunità di collaborazione», al quale hanno partecipato alti rappresentanti del ministero dello Sport brasiliano e dello Stato di Rio de Janeiro nonché membri della federazione degli industriali dello Stato di San Paolo e Rio de Janeiro. Hanno partecipato circa 270 imprenditori.
Una «straordinaria opportunità» per le aziende italiane
Vattani ha ricordato come l'iniziativa odierna rappresenti «una straordinaria opportunità per le imprese di conoscere direttamente dai responsabili brasiliani i progetti che il Brasile intende realizzare nei settori delle infrastrutture, delle attrezzature alberghiere, della sicurezza, del contract e dei beni di consumo e di avere incontri bilaterali in vista dei campionati mondiali di Calcio 2014 e delle Olimpiadi del 2016». Occasioni queste, ha aggiunto, «che permetteranno alle nostre aziende d'intervenire nella realizzazione dei due eventi sportivi più seguiti al mondo e che daranno una visibilità senza pari al made in Italy».
Imprese italiane in prima fila
L'Italia é il paese europeo che ha il maggior numero di imprese iscritte nel registro istituito ad hoc dal governo brasiliano per aziende internazionali interessate alla realizzazione delle opere necessarie all'organizzazione dei due grandi eventi sportivi. Opere che non riguardano solo l'impiantistica sportiva ma anche la mobilità, la tecnologia, le infrastrutture portuali e aeroportuali, l'ospitalità e le opere d'ingegneria. In questo registro, in cui sono presenti già oltre 150 imprese straniere, l'Italia non solo é il primo Paese Ue con il 19% di iscrizioni - più di Germania (11%) e Spagna (7%) - ma é anche il secondo nel mondo dietro solo all'Australia (30 per cento). La percentuale di nostre imprese che si sono candidate per realizzare le infrastrutture é perfino superiore a quella degli Usa (15 per cento). Per il vice presidente di Confindustria con delega alle infrastrutture, Cesare Trevisani, «ci sono Paesi come il Brasile che hanno deciso di investire sulle infrastrutture e le nostre imprese sono pronte ad accettare la sfida. Anche perché - ha osservato - in Brasile siamo molto presenti per quanto riguarda la manifattura, ma meno nel settore edilizio: dobbiamo lavorare perche la situazione cambi».