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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 19:14.
Dubbi dei tecnici del Servizio Bilancio del Senato sulle coperture finanziarie utilizzate per il decreto legge milleproroghe, pari a 93 milioni per il 2010, 264,1 milioni per il 2011 e 24 milioni per il 2012. Il decreto è all'esame delle Commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato. Mentre il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli annuncia che domani, venerdì 21 gennaio, proporrà al consiglio dei ministri un emendamento al milleproroghe per prorogare fino al 31 dicembre 2011 la sospensione degli sfratti scaduta il 31 dicembre 2010. «La sospensione degli sfratti - ha detto Matteoli - è limitata a particolari categorie sociali ed è proposta per consentire, attraverso la completa attuazione del Piano Casa, alle famiglie che oggi beneficiano della proroga di poter usufruire di un'abitazione». Il termine per la presentazione degli emendamenti al milleproroghe scade il 25 gennaio alle ore 13.
Diversi profili critici
Gli esperti di bilancio di palazzo Madama sottolineano nel dossier dedicato al decreto «diversi profili critici in merito alle coperture». In particolare, «l'utilizzo di 93 milioni per l'anno 2010, a valere su una quota delle risorse relative a rimborsi e compensazioni di crediti di imposta, appare chiaramente suscettibile di determinare un rinvio dei pagamenti che sarebbero stati effettuati in favore dei contribuenti, con conseguenti riflessi perlomeno in termini di maggiori interessi legali da corrispondere per il più lungo decorso del tempo dei rimborsi e delle compensazioni dei crediti d'imposta». Inoltre: in merito all'utilizzo di 83 milioni per l'anno 2011, delle somme versate entro il 30 novembre 2010 che, alla data del 29 dicembre 2010, non sono state riassegnate ai pertinenti programmi e che vengono pertanto riassegnate ad apposito fondo per essere destinate nel 2011 al riparto della quota del cinque per mille dell'Irpef, i tecnici rilevano «che le somme in parola, in assenza dell'intervento normativo in esame, sarebbero almeno in gran parte andate in economia, migliorando i saldi per il corrente anno». Infine, i tecnici ricordano che il decreto é entrato in vigore il 29 dicembre 2010, per cui, «pur ammettendo che le risorse rese indisponibili siano congrue rispetto alle esigenze finanziarie richieste, si può presumere che, almeno in parte, si tratti di somme che sarebbero comunque andate in economia, poiché non impegnate al termine dell'esercizio».