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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2011 alle ore 16:49.
MOSCA - Il tribunale del distretto Basmannij di Mosca ha confermato venerdì sera l'arresto di Aleksandr Bokov, generale della polizia e direttore dell'Ufficio per il coordinamento della lotta contro la criminalità organizzata in Russia e nei Paesi della Comunità di Stati indipendenti (Csi), accusato di truffa finanziaria e di racket d'estorsione. Il tribunale ha respinto così la richiesta dei legali del generale, che hanno chiesto per Bokov il regime di libertà vigilata, offrendo come cauzione un milione di rubli (25mila euro).
Bokov era stato arrestato lo scorso mercoledì in base alla denuncia di un imprenditore al quale il generale avrebbe promesso tramite i presunti complici, Mikhail Kremer e Serghej Stepanov (entrambi gli uomini sono stati arrestati insieme a Bokov), «assistenza, protezione e copertura» del ministero degli Interni durante l'acquisto di una grossa società di trasporto. Per il "servizio" il generale ha chiesto al businessman la modica cifra di 46 milioni di dollari. L'imprenditore ha pagato 4,5 milioni, ma dopo aver capito che Bokov non aveva alcuna possibilità di influenzare la vendita della società, ha sporto la denuncia contro il generale-truffatore, che intanto ha investito i milioni ricevuti in acquisto di immobili a Mosca, al Cipro e in Gran Bretagna.
L'arresto del generale Bokov è avvenuto in seguito a un duro monito che il presidente russo, Dmitrij Medvedev, aveva lanciato il 13 gennaio scorso al governo, che starebbe insabbiando la lotta alla corruzione, una piaga che «minaccia la sicurezza del paese e danneggia l'immagine internazionale della Russia». Il leader del Cremlino ha ordinato una revisione totale delle dichiarazioni fiscali, presentate negli ultimi anni dai funzionari pubblici di un certo livello e dei vertici del ministero degli Interni. Nel frattempo il Servizio tributario della Russia ha cominciato ad accettare dai russi - 24 ore su 24 per telefono e tramite la posta elettronica - le denunce anonime dei fatti di corruzione tra i funzionari pubblici.
Chi denuncia a faccia scoperta la corruzione alla polizia, rischia di trovarsi dietro le sbarre con accuse false. Giovedì, nella città di Norilsk, sono spariti senza alcuna traccia il direttore del quotidiano "Pravda Norilska", Dmitrij Belov, e il suo vice Artiom Orlov, dopo aver pubblicato un articolo molto critico sui presunti legami tra il narcotraffico nel nord della Russia e la polizia. I colleghi dei giornalisti scomparsi hanno dichiarato alla radio "Eco di Mosca" di temere che i due uomini sarebbero stati rapiti dai poliziotti corrotti.