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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2011 alle ore 10:16.
«In Albania una manifestazione così violenta non si vedeva da 15 anni: gli organizzatori parlano di 300mila persone, le autorità di 50mila, comunque è stata una manifestazione importante». Darien Levani, 28 anni, da dieci in Italia, laureando in giurisprudenza all'università di Ferrara, vicedirettore del quotidiano online Albanianews dal 2008, segue le notizie che arrivano da Tirana.
Tre morti e 39 feriti (17 agenti e 22 civili) dopo lanci di pietre, ombrelli e bastoni contro la residenza di Sali Berisha, premier di centro-destra rieletto il 28 giugno 2009. Risultato che Edi Rama, leader del partito socialista e sindaco di Tirana, non ha mai riconosciuto: l'opposizione ha messo piede in parlamento solo sei mesi dopo il voto per evitare la decadenza dalla carica dei deputati.
Nel frattempo Berisha si allea con Ilir Meta che diventa vicepremier e ministro dell'Economia. «Un'alleanza strana come se Berlusconi si alleasse con Di Pietro», continua Levani. «Meta ha fatto una campagna elettorale contro Berisha, poi è andato con lui al governo».
Le tensioni politiche continuano: a inizio 2010 il Consiglio d'Europa manda una delegazione che tenta invano una mediazione. Nell'ultimo mese la situazione si aggrava. Una trasmissione tv tipo «Striscia la notizia» mostra la foto di Berisha in atteggiamento familiare con il figlio di Enver Hoxha, dittatore comunista al potere per 40 anni. La settimana scorsa viene diffuso un video in cui il vicepremier Meta chiede favori su appalti e licenze in cambio di tangenti. Meta, sospettato di corruzione ma non indagato, si dimette; l'opposizione, che in questo anno e mezzo ha denunciato il «furto dei voti albanesi», dice che è arrivata «l'ora di non sopportare oltre questa maggioranza». Ieri, la scelta di andare in piazza. «È stata una manifestazione strana», ragiona Levani, che dà notizie sul suo paese ai connazionali e alla comunità italiana con legami in Albania. «È stata indetta dall'opposizione ma non vi era nessuno fra i principali esponenti di quella parte politica. La manifestazione, che doveva essere pacifica, è iniziata alle 13 davanti alla sede del primo ministro ma il leader del partito socialista Rama ha parlato solo alle 16 e 30».