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Maroni propone una tregua, il Pd attacca la Lega e il Pdl chiede le dimissioni di Fini

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2011 alle ore 16:03.

«Ora deponiamo le armi e affrontiamo i veri problemi». È una sorta di lettera-appello quella del ministro dell'Interno, Roberto Maroni, sul Corriere della Sera dopo il caso Ruby. Il numero uno del Viminale rivolgendosi a maggioranza e opposizione dice : basta teoremi e complotti e quanto allo «stile di vita del presidente del Consiglio - dice - è diverso dal mio, ma è affar suo».

Marcegaglia: da sei mesi l'azione del governo non è sufficiente, il contratto nazionale non è al tramonto

Quello su media e talk show è antiberlusconismo inconcludente
Maroni definisce quello sui media e nei talk show è un «antiberlusconismo inconcludente, che ha già fallito la prova della sfiducia parlamentare, che non porterà alle dimissioni di Berlusconi, ma anzi contribuirà a rafforzare la compattezza e la tenuta della maggioranza».

La Lega sostiene lealmente la maggioranza
Il ministro nella lettera ha anche ricordato che la Lega sostiene «lealmente la maggioranza» ma «intende» tornare alle cose che interessano i cittadini. Bisogna «tornare a occuparsi a tempo pieno di quello per cui siamo stati eletti, per affrontare i problemi e risolverli». Ha anche ricordato che il 2011 «è l'anno del Dragone» e che lo sarà anche per la Lega: «il prossimo 2 febbraio il Parlamento deciderà se approvare o meno il federalismo fiscale targato Umberto Bossi, determinando di fatto le sorti della legislatura. Dopo 20 anni, siamo finalmente arrivati al momento della verità».

Il Pdl fa quadrato attorno al premier: lettera degli ex big di An
A far quadrato attorno al premier c'è l'intero stato maggiore del partito.Tutti i big del partito provenienti da An, con una lettera aperta firmata da La Russa Alemanno Meloni Matteoli e Mantovano hanno assicurato che «la destra è orgogliosa di Berlusoni premier» , in risposta alla richiesta di dimissioni del Premier per il caso Ruby venuta dal Terzo polo e da Fini.

Pd: è evidente l'imbarazzo dei leghisti
La risposta del Pd al Carroccio è affidata al coordinatore della segreteria Maurizio Migliavacca. «Cosa e chi ha impedito al governo, in oltre due anni, di pensare al Paese? Se Maroni non sa darsi una risposta - ha affermato il coordinatore el Pd - lo aiutiamo noi. Se l`Italia oggi è bloccata e ingovernata la colpa ricade sul governo e sulla sua maggioranza. E di questa grave situazione la Lega ne porta una responsabilità enorme». Per MIgliavacca «è sinceramente stucchevole che oggi Maroni e altri esponenti leghisti si appellino, a non si sa bene chi, per raddrizzare una situazione ormai compromessa. È evidente l`imbarazzo dei leghisti, ma l'unica soluzione credibile che Bossi e i suoi hanno ora davanti è ammettere il fallimento dell`esperienza berlusconiana e lasciare al proprio destino l`attuale governo». Per Marina Sereni, vice presidente dell'Assemblea nazionale del Pd, se hanno a cuore il destino dell'Italia Maroni e la Lega ammettano il fallimento. Per Marina Sereni «non è con un esecutivo traballante e con un premier invischiato nei suoi scandali che l'Italia potrà realizzare le riforme, tanto meno quella del federalismo fiscale. Per riscrivere in chiave federalista il patto fiscale tra cittadini e Stato servono innanzi tutto maggiore autonomia e responsabilizzazione degli Enti Locali e delle Regioni, un progetto radicalmente diverso dal pasticcio confuso e centralistico che fin qui ci è stato presentato».

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Alfano: non c'è possibilità che la Lega ascolti le "sirene" dell'opposizione
Per il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, Roberto Maroni, ha ribadito l'alleanza tra Bossi e Berlusconi» e non c'è alcuna possibilità che la Lega ascolti le "sirene" dell'opposizione »La lega ha ribadito, anche con Maroni questa mattina la grande alleanza tra Berlusconi e Bossi che si fonda sulla scelta strategica del federalismo». Non è possibile, quindi, che le cose dette da Walter Veltroni ieri possano far cambiare linea alla Lega: «Veltroni - continua Alfano - apre un nuovo spiraglio riformatore, e sono tra quelli che credono che avere una sinistra riformatrice sia nell'intersse dell'Italia».

I finiani: apprezzamento, ma Berlusconi si presenti ai magistrati
Apprezzamento da Futuro e Libertà per la "tregua" maggioranza-opposizione in nome di un impegno comune alla risoluzione dei problemi del Paese chiesta dal ministrro leghista Roberto Maroni. Ma con un invito però a una prima mossa di chiarezza da parte del premier Silvio Berlusconi. «La tregua offerta da Maroni - ha detto il coordinatore finiano Adolfo Urso- è certamente da apprezzare ma è necessario che il premier abbia un comportamento diverso nei confronti delle istituzioni, in sintonia con quanto auspicato dal Presidente della Repubblica. Berlusconi si presenti nelle sedi competenti per spiegare quanto accaduto invece di gridare al complotto accusando gli altri organi dello Stato. Noi comprendiamo e apprezziamo che la Lega cerchi una strada diversa e siamo sempre convinti della necessità di fare le riforme troppo a lungo rinviate e disponibili a discutere nel merito dei provvedimenti che servono agli italiani».

Rotondi: quello di Maroni è un saggio appello
Per il ministro Gianfranco Rotondi, «Quello di Maroni è un saggio appello alla responsabilità che va condiviso e a cui ci auguriamo l'opposizione dia seguito con fatti e atti concreti».

Scettico Bondi: l'appello è di buon senso ma cadrà nel vuoto
«Maroni - commenta il ministro Bondi - pone oggi correttamente una questione di buon senso, ma temo che anche il suo appello possa cadere nel vuoto». Perchè «la verità è che la sinistra non è strutturalmente capace di un confronto di merito sui principali problemi del Paese, decidendo sempre di puntare su una radicale contrapposizione politica e sulla demonizzazione degli avversari politici».

Il Pdl chiede che Fini di dimetta
All'indomani del nuovo scontro diretto Berlusconi-Fini sul caso Ruby, il Pdl contrattacca e chiede nuovamente le dimissioni del presidente della Camera. Fini, avendo chiesto le dimissioni di Berlusconi - ha detto il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto- dimostra di non essere affatto super partes e di conseguenza deve essere lui a dimettersi da presidente della Camera e a condurre a viso aperto la sua battaglia politica senza godere di una posizione istituzionale che di per se invece lo pone al di sopra delle parti». Esclusa anche ogni ipotesi di staffetta in questa legislatura con altro premier Pdl.

Scontro a distanza Bocchino-Cicchitto sulla richiesta di dimissioni di FIni
E sulla richiesta del Pdl di dimissioni a Fini va in scena una scontro a distanza fra il finiano Bocchino e il pidiellino Cicchitto. «Chiedere le dimissioni politiche diFini mentre la stampa nazionale e internazionale si occupa del Bunga Bunga di Berlusconi, è da incoscienti», ha sottolineato in una nota il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà per l'Italia, Italo Bocchino. «Siamo di fronte all'incoscienza tipica di chi avendo già vissuto il crollo di un sistema politico ha ora il terrore e forse la consapevolezza di dovere presto rivedere lo stesso film».Immediata la reazione del capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. «Chi parla di incoscienza perché si è reagito a una totale assenza del limite chiedendo da Presidente della Camera le dimissioni del Presidente del Consiglio, in effetti, forse inconsapevolmente contribuisce a definire la posizione insostenibile che cerca di difendere».

Anche il ministro Bondi chiede le dimissioni di Fini
«Non era mai accaduto nella storia della nostra Repubblica che il presidente della Camera chiedesse le dimissioni del presidente del Consiglio, che per di più è il leader della maggioranza che lo ha indicato nel ruolo di presidente della Camera. Così come non era mai accaduto che lo stesso presidente della Camera divenisse nello stesso tempo leader di un nuovo partito politico e che, nella veste di capo di un nuovo partito politico, arrivasse addirittura a presentare una mozione di sfiducia, unitamente all'opposizione, contro la maggioranza che lo ha eletto alla guida dell'assemblea». Così in una nota il ministro dei Beni culturali e coordinatore Pdl, Sandro Bondi. «In un paese normale - aggiunge - Fini si sarebbe dimesso un secondo dopo aver costituito un nuovo gruppo parlamentare e un nuovo partito, per rispetto nei confronti dei cittadini e del Parlamento. In un Paese normale, un'opposizione che non fosse guidata dal principio della propria convenienza e del tornaconto di partito avrebbe chiesto le dimissioni di Fini, mentre invece in base allo stesso principio di convenienza lo sostiene e lo appoggia nelle sue polemiche e nei suoi attacchi contro il governo».

La replica di Adolfo Urso (Fli)
«Fini ha il diritto e il dovere di intervenire non solo perché occorre salvaguardare l'immagine dell'Italia nel mondo, la dignità e il ruolo delle istituzioni ma anche perche è il leader della destra italiana che ha concorso in modo decisivo al successo del centrodestra e non puo vedere che quegli ideali e quei valori di legalità e di giustizia finiscano cosi clamorosamente calpestati». È quanto rileva Adolfo Urso, coordinatore di Futuro e Libertà, secondo cui «invece di chiedere le dimissioni di Fini i pretoriani del Pdl si dovrebbero interrogare sugli interventi della Chiesa e della Confindustria e chiedere anch'essi - come ha peralto fatto ll presidente della Repubblica - che siano rispettate le istituzioni e che il premier chiarisca se può e subito davanti alle sedi competenti».

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