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Questo articolo è stato pubblicato il 26 gennaio 2011 alle ore 09:36.
Ma il campione più ampio su cui tentare di impostare una fenomenologia della chiamata telefonica di Silvio Berlusconi in diretta televisiva è offerto dalla trasmissione "Ballarò" di Giovanni Floris, il cui numero di centralino il premier deve ormai saper digitare a memoria. Tant'è che il blog Metilparaben ha inventato tempo fa un giochino satirico, "il generatore automatico di chiamate di Berlusconi a Ballarò" (poi arricchito di una seconda versione, mentre da ultimo è stato proposto anche un "generatore automatico di telefonate di Berlusconi all'Infedele").
Nel novembre del 2008 il premier chiama in diretta Ballarò. Saluta giovialmente il conduttore "Buonasera dottor Floris!". Poi gli spiega: "Mi hanno telefonato e mi hanno avvertito che l'onorevole Di Pietro ha parlato di me in un certo modo…" (anche lunedì scorso, all'Infedele, Berlusconi ha detto che ha guardato la trasmissione soltanto perché qualcuno gli ha consigliato di sintonizzarsi). Poi il premier chiede cortesemente spazio a Floris: "Vorrei fare una precisazione al riguardo. Posso?". E poi, dopo aver parlato ringrazia il conduttore per avergli dato la possibilità di intervenire.
A quel punto Floris lo interrompe ("Lei sa che non si fa nulla per nulla") e gli fa due domande. Berlusconi risponde e poi interloquisce aspramente, ma senza sottrarsi, anche con Guglielmo Epifani e con Pier Luigi Bersani. Alla fine dice di essere in evidente difficoltà per il fatto di non essere presente in studio, saluta il conduttore ("La ringrazio veramente, dottor Floris, di avermi dato questa possibilità") e riattacca.
Floris se viene a casa mia sono felice di attaccarle la scarlattina