Legge anti-fumo in Bhutan. Monaco buddhista in prigione per una sigaretta, rischia cinque anni

È il primo paese al mondo (quasi) smoke-free, e fa sul serio. Dal 1° gennaio scorso chi fuma è fuorilegge in Bhutan, e ora il primo a essere stato colto sul fatto – un monaco buddhista di 23 anni – rischia fino a cinque anni di prigione. L'accusa è contrabbando e consumo di tabacco.

Kuensel, quotidiano del piccolo regno himalayano stretto tra India e Cina, descrive la "vittima" del giro di vite come uno studente di una scuola monastica a Thimphu, la capitale. Il monaco vi stava tornando su un mezzo pubblico da Phuentsholing, al confine con l'India, con 72 pacchetti di tabacco da masticare, li teneva nascosti in una borsa sotto i vestiti. Qualcuno però lo ha visto, e lo ha tradito.

La strada per abolire completamente il fumo, obiettivo del governo che lo considera dannoso per il karma, oltre che per la salute, passa attraverso il divieto totale di vendita, oltre che di contrabbando. Il bando è in vigore dal 2005, dal 1° gennaio i controlli – e le sanzioni – sono diventati severissimi, con polizia e cani addestrati pronti a compiere raid in abitazioni e negozi. L'unica possibilità di fumare legalmente a Shangri-la è avere una ricevuta che dimostri che il tabacco è stato acquistato in India, per uso personale, non più di 200 sigarette o 150 grammi di tabacco al mese. Lo stesso vale per i turisti stranieri – che già pagano una tassa di 200 dollari al giorno per visitare il Bhutan.

Interrogato, il monaco ha spiegato di non essere al corrente delle nuove norme, che lo avrebbero costretto a pagare dazi del 200% alla dogana. Aveva acquistato l'arma del delitto a Jaigaon, il villaggio indiano più vicino al confine. Ma non aveva scontrini.