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Mubarak nomina vice presidente e primo ministro. Moglie e i figli lasciano l'Egitto in rivolta

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Questo articolo è stato pubblicato il 29 gennaio 2011 alle ore 10:36.

Per l'Egitto, dopo il bagno di sangue del Venerdì della rabbia, ancora un'altra giornata di di scontri. Un migliaio di manifestanti ha tentato di dare l'assalto al ministero degli Interni e la polizia ha aperto il fuoco uccidendo almeno tre manifestanti. Oltre che al ministero degli Interni, la folla ha tentato di espugnare anche il Dipartimento di pubblica sicurezza del Cairo. Uditi spari nei pressi della Zecca della Banca centrale d'Egitto. Tentato anche il saccheggio del museo egizio del Cairo. Nonostante l'entrata in vigore del coprifuoco, migliaia di manifestanti restano nelle strade della capitale. Il portavoce del ministero della Difesa egiziana in un intervento in diretta tv ha fatto appello ai manifestanti a «rispettare il coprifuoco notturno» In caso contrario l'Esercito si comporterà «con la massima determinazione con chi è fuorilegge».

VIDEO / Al Jazira mostra in diretta le immagini della rivolta

VIDEO / La protesta contro Mubarak abbatte i simboli del regime

Foto / Le rivolte in Egitto

Moglie e figli di Mubarak lasciano il paese
Secondo la tv satellitare panaraba Al Jazira Suzanne Mubarak, moglie del presidente egiziano, ha abbandonato il Paese ed è fuggita a Londra così come i due figli del presidente Mubarak, Gamal e Alaa, insieme alle loro famiglie. La tv cita «fonti britanniche».

Lascia il segretario generale del partito
Il presidente Mubarak, che ha sciolto l'esecutivo ha incaricato il ministro dell'aviazione civile, Ahmed Shafik, di formare il nuovo governo nominandolo premier. Omar Soliman, il capo dei servizi segreti, è stato nominato vicepresidente. Si tratta di una carica nuova, mai istituita prima da quando Mubarak ha preso il potere nel 1981. Soliman ha partecipato ai colloqui di pace tra israeliani e palestinesi ed è conosciuto a livello internazionale. Secondo alcuni commentatori potrebbe essere una scelta dettata dalla necessità di rassicurare Israele e Stati Uniti. Non bisogna dimenticare poi che Soliman è un ex generale dell'esercito. Le forze armate, fin dall'inizio della rivolta, hanno rappresentato un'incognita e molti manifestanti hanno cercato, con manifestazioni di affetto, di ottenere il loro appoggio. La nomina di Soliman viene interpretata con una mossa per prevenire uno schieramento dell'esercito in favore della rivolta.

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Tags Correlati: Ahmed Ezz | Ahmed Shafik | Alessandria | Al Jazeera | Al - Jazeera | Antico Egitto | Anwar Sadat | Arabia Saudita | Barack Obama | Comitato Esecutivo | Farnesina | Forze Armate | Hillary Clinton | Hosni Mubarak | Il Cairo | Italia | Joe Biden | Londra | Luxor | Ministero dell'Interno | Mohamed El Baradei | Mohamed Tantawi | Mohammed El Baradei | Mukhabarat | Nomine nelle società | Omar Soliman | Politica | Società per Azioni | Spa.Abu Mazen | Stati Uniti d'America | Suez | Suzanne Mubarak

 

No a elezioni anticipate
Le elezioni presidenziali, in programma in Egitto il prossimo settembre, non saranno anticipate ha detto il presidente del Parlamento egiziano, Fathi Sorour, precisando che non ci sono piano per anticipare la consultazione elettorale.

Il portavoce del dipartimento di Stato Usa: «Mescola le carte»
Il rimpasto viene accolto con un certo scetticismo dagli Stati Uniti. Il portavoce del Dipartimento di Stato americano, P.J. Crowley, in un messaggio su Twitter scrive che le autorità egiziane «non possono semplicemente mescolare le carte e rimanere fermi».
Per poi aggiungere «È ora che Mubarak, dopo aver parlato di riforme, faccia seguire fatti concreti alle sue parole. Il segretario di Stato, Hillary Clinton, il vice presidente degli Stati Uniti, Joe Biden e altri alti esponenti dell'amministrazione Obama hanno tenuto un incontro di due ore per fare il punto sulla crisi egiziana. Il Presidente Barack Obama sarà informato sugli sviluppi della rivolta dal suo staff della Sicurezza Nazionale.

Lascia il segretario generale del partito
Il partito del presidente comincia però a manifestare le prime crepe. Il segretario generale Ahmed Ezz, considerato una figura di spicco del regime, stretto collaboratore di Hosni Mubarak ma soprattutto intimo amico di Gamal, il secondogenito del presidente egiziano, ha lasciato il partito. I manifestanti hanno devastato e incendiato gli uffici centrali della sua azienda a Mohandiseen, un'area del Cairo. Ezz è il presidente e il direttore di controllo delle industrie di Ezz di Al, azienda leader nel manifacturing dell'acciaio e della ceramica.

Scontri alla Banca centrale
Migliaia di manifestanti hanno ingaggiato scontri con la polizia ad Alessandria. Gli agenti, secondo quanto riferiscono testimoni oculari, usano gas lacrimogeni e sparano. I carri armati hanno circondato piazza Tahrir, nel centro del Cairo, dove oggi sono tornati a radunarsi migliaia di manifestanti ostili al regime del presidente Hosni Mubarak. Secondo la rete satellitare Al Jazira violenti scontri a fuoco sono stati uditi nei pressi della tipografia della Banca centrale del Cairo. Sempre secondo quanto riportato dalla tv panaraba, folle di manifestanti stanno marciando verso la sede della televisione pubblica nella capitale egiziana. Intanto il coprifuoco - decretato dalle 16 alle 8 di mattina nelle principali città dell'Egitto - è iniziato ma decine di migliaia di persone almeno 50mila, stanno ancora manifestando e chiedono al presidente Mubarak di dimettersi.

L'incognita dell'esercito
La tv di stato ha annunciato un'appello dell'esercito che mette in guardia la popolazione sul fatto che chi non rispetta il coprifuoco «sarà in pericolo». L'atmosfera è molto tesa, ma molte persone posano per le fotografie vicino ai carri armati e stringono la mano ai militari. La speranza di una parte dei manifestanti è che l'esercito si schieri dalla loro parte. Mentre la polizia è compatta a favore del regime, sull'orientamento delle forze armate, che comunque sono scese in piazza per mantenere l'ordine, prevalgono le incognite. L'esercito guidato dal generale 72enne Mohamed Tantawi conta 468mila uomini, molto meno del Mukhabarat (la polizia).

La rivolta dilaga in Egitto, violenti scontri e vittime. Mubarak scioglie il governo ma non cede(dall'inviato Alberto Negri)

I morti
Il bilancio delle vittime delle proteste contro il regime di Hosni Mubarak oltrepassa i 100 morti in tutto l'Egitto. Lo scrive Al Jazira sul suo sito online, aggiungendo che i feriti sono oltre mille. Negli obitori di Alessandria, Suez e del Cairo sono stati trasportati decine di cadaveri, alcuni dei quali con i volti "brutalmente sfigurati". Sono invece circa 1.000, precisa l'emittente sul suo sito on line, le persone rimaste ferite negli scontri di ieri ad Alessandria, Il Cairo e Suez. A Luxor è stata data alle fiamme la sede del Partito nazionale democratico del Presidente Hosni Mubarak,mentre al Cairo continua a bruciare il quartier generale del partito, dopo oltre 12 ore essere stato dato alle fiamme dai manifestanti.

Alcuni italiani coinvolti negli scontri
«Anche se le manifestazioni continuano a non apparire dirette contro interessi o cittadini stranieri, alcuni connazionali nelle ultime ore hanno subito attacchi o saccheggi in conseguenza degli scontri» in Egitto. Lo riferisce in un comunicato la Farnesina sottolineando che «L'ambasciata d'Italia al Cairo continua a prestare la massima assistenza a tutti i connazionali e ribadisce il consiglio a tutti i residenti di rimanere in casa ed ai turisti che ancora si trovano nelle grandi città di rimanere negli alberghi e utilizzare la massima prudenza. La situazione di sicurezza nella capitale egiziana e nelle altre maggiori città del Paese rimane molto tesa».

ElBaradei
Le nuove nomine ai vertici egiziani sono solo una mossa «per prendere tempo» perchè in realtà serve un governo di unità nazionale perchè «la presidenza non deve essere in mano ai generali ma deve essere eletta dal popolo». ha dichiarato Mohamed El Baradei intervistato da Al Jazira.

Barack Obama
Barack Obama ha lanciato un duro avvertimento a Hosni Mubarak perché fermi le violenze e «si assuma la responsabilità di fare passi concreti per assicurare riforme politiche, sociali ed economiche al suo popolo». In una telefonata di oltre 30 minuti dopo il messaggio del presidente egiziano alla nazione, il titolare della Casa Bianca ha ribadito che «i diritti di libertà sono universali, al Cairo come nel resto del mondo». Davanti alle telecamere, il presidente americano ha assicurato che gli Usa saranno sempre al fianco di «chi lotta pacificamente per decidere il proprio futuro».

I telefoni e internet
In Egitto i servizi di telefonia mobile, bloccati ieri dalle autorità insieme a internet in connessione alle rivolte di piazza, hanno ripreso parzialmente a funzionare in mattinata. Lo constatano fonti giornalistiche sul posto.

Internet, cellulari e tlc in black out. Così il governo egiziano spegne la democrazia in rete

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