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Questo articolo è stato pubblicato il 31 gennaio 2011 alle ore 16:28.

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Quando l'Alzheimer fa notizia. Storia di una malattia che registra un 1 caso ogni 7 secondiQuando l'Alzheimer fa notizia. Storia di una malattia che registra un 1 caso ogni 7 secondi

L'ultimo nome noto a finire sotto i riflettori dei giornali per un'ipotesi di Alzheimer, smentita dalla famiglia, è stato l'ex-presidente francese Jacques Chirac. Una malattia mentale degenerativa, particolarmente diffusa in età senile, che negli ultimi tempi è finita spesso sotto la lente dei media, tra cronaca, film e numeri sulla diffusione molto preoccupanti.

Questa mattina è stata Bernadette Chirac, ex premiere dame di Francia, a intervenire a proposito del marito, che secondo il settimanale Le Journal du Dimanche, soffrirebbe della malattia: «Sono menzogne», è stata la sua replica seccata. «I medici gli hanno assicurato che non ha l'Alzheimer. Se mio marito soffrisse di questa malattia non esiterei a dirlo». Le voci si rincorrevano da tempo in Francia e hanno ripreso vigore con l'approssimarsi del processo contro Jacques Chirac – fissato per marzo – con l'accusa di falsi impieghi al comune di Parigi. Secondo Bernadette, che ha confermato la partecipazione del consorte al processo, l'uomo «non è più esattamente quello di una volta, ogni tanto ha qualche problema di deambulazione, di udito, talvolta di memoria», ma probabilmente è tutto legato a un problema vasco-cerebrale che lo colpì alcuni anni fa.

Di Alzheimer ha sofferto l'ex-presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, di cui il 6 febbraio prossimo si celebrerà il centenario dalla nascita. Della sua malattia si è cominciato a parlare dopo la fine della carriera politica, anche se in un libro di recente pubblicazione My father at 100 il figlio Ron ha affermato che suo padre era consapevole di esserne affetto già durante il mandato presidenziale (1981-1989). La stessa malattia aveva colpito anche Sargent Shriver, scomparso il 19 gennaio scorso, marito di Eunice Kennedy, sorella di John, Robert e Ted e che era stato il primo direttore dei Peace Corps, il corpo di volontari internazionali gestito dal governo federale. E prima era toccato a Charles Bronson, re dei film d'azione, e Charlton Heston. Oggi combattono con la malattia l'ex-cancelliera britannica Margaret Thatcher, gli attori Peter Falk, al centro nei mesi scorsi di una battaglia legale tra i suoi familiari per la tutela legale, e Monica Vitti.

L'Alzheimer in scena
La malattia è di frequente protagonista richiamata sul piccole e grande schermo: come ne La versione di Barney, riduzione cinematografica del celebre romanzo di Mordecai Richler. Il film, diretto da Richard J. Lewis, è incentrato sul racconto in prima persona di un anziano burbero, politicamente scorretto con l'Alzheimer incalzante ma dal cuore tenero. Quasi in contemporanea il cinema italiano ha risposto con "Una Sconfinata Giovinezza", film di Pupi Avati con Fabrizio Bentivoglio nel ruolo di Lino, che all'improvviso scopre di essere affetto dalla malattia e ripercorre la sua adolescenza spensierata. In passato il tema era stato affrontato, da diverse angolature, in altre celebri pellicole come Tutto su mia madre , Iris-Un amore vero (2001) e Lontano da lei (2008) adattamento del racconto L'orso attraversò la montagna di Alice Munro .
Dal cinema alla tv, è di qualche giorno fa l'anticipazione della settima stagione di Grey's Anatomy, che vedrà Nancy Travis nei panni di Allison, paziente sofferente di Alzheimer che entra nella sperimentazione clinica di Derek.

L'appello su Facebook e i numeri sulla demenza senile
Nei mesi scorsi la rete si è mobilitata per sottoscrivere l'appello lanciato su Facebook dal forum dei malati americani di Alzheimer, che dopo il via libera da parte della Camera degli Stati Uniti, hanno raccolto decine di migliaia di adesioni per spingere il presidente Barack Obama a firmare nel più breve tempo possibile il Napa (National Alzheimer Project Act), programma che prevede un maggior coordinamento della ricerca a livello federale e aiuti pubblici ai malati e alle loro famiglie, che finora hanno dovuto farsi carico quasi in toto delle cure. Una missione riuscita, con il via libera presidenziale avvenuto nei primi giorni del nuovo anno, che apre una nuova stagione di contrasto a una malattia che ha costi elevatissimi in un mondo in progressivo invecchiamento. Secono gli studi più recenti la patologia colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni e costa l'1% del Pil mondiale. Questi dati però sono destinati a raddoppiare nei prossimi vent'anni, con previsioni che si avvicinano ai 42,3 milioni di malati nel 2020 e agli 81,1 milioni nel 2040.

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