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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2011 alle ore 13:59.
Una girandola di incontri tra l'ufficio del presidente della Camera, Gianfranco Fini e quello del leader dell'Udc, Pierferdinando Casini. E, almeno per il momento, Luca Barbareschi resta dentro Fli dopo una giornata in cui si rincorrono le notizie su un suo imminente addio ai futuristi e di un passaggio nel gruppo dei responsabili. «Con Fini e con Casini ho avuto una lunga chiacchierata - prosegue il parlamentare - spero che abbiano capito. Ma non posso dirvi di più. Dovrete aspettare lunedì...».
Alla fine, dunque, non cambia nulla. Ma tant'è. Perché Barbareschi, 54 anni, attore, regista e produttore cinematografico è uomo che non conosce le mezze misure. Uno che definì gli ex colleghi del Pdl, che ora lo corteggiano ricambiati, «sudditi di Silvio mentre trasforma lo stato in un bordello». E non risparmiò pesanti fendenti nemmeno ai finiani arrivando addirittura a parlare di corruzione di pubblico ufficiale quando l'ex Fli Catia Polidori tornò tra le braccia di Berlusconi. Che l'attore-onorevole mette anche sull'avviso parlando del caso Ruby ai microfoni di Radio24. «Nell' inchiesta ci sono foto scattate a casa Berlusconi fatte da professionisti dello spionaggio».
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L'emozione sul palco di Bastia Umbra
Ora anche lui ha cominciato a sentirsi un estraneo dentro il progetto finiano per il quale si spese fin dalla prima ora. Tanto che fu proprio lui a mettere a frutto la sua expertise per organizzare la convention di Bastia Umbra e leggere in quel di Perugia il "manifesto per l'Italia" in cui Fli ha racchiuso tutte le sue ambizioni. «Ho un incarico, il più grande che mi è stato affidato nella mia vita di spettacolo e politico». E giù a declamare il documento con la voce rotta dall'emozione (guarda il video) mentre scorreva la colonna sonora di "C'era una volta in America" con le note di Ennio Morricone. Ora i lucciconi e gli applausi che gli tributarono i futuristi sono acqua passata perché Barbareschi è uomo pragmatico e deciso a capitalizzare la sua presenza in Parlamento. Qualcuno mormora che il Pdl avrebbe già sottoscritto la contropartita (la presidenza del teatro Valle di Roma), ma sono voci seccamente smentite dal diretto interessato («se voglio il Valle me lo compro») e dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno. «Si tratta di ipotesi lunari».