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Questo articolo è stato pubblicato il 01 febbraio 2011 alle ore 17:19.
«No che non si può, signora. Da oggi niente certificati cartacei di malattia. Solo telematici» E se il sistema non funziona? «Bisogna aspettare e avere pazienza». Scena da uno studio milanese che riunisce un gruppo di medici di base. Loro sperimentano da sei mesi i certificati di malattia da spedire – via internet, attraverso un unico portale d'accesso nazionale – direttamente all'Inps. Ma anche loro, con l'entrata in vigore obbligatoria a partire dal primo febbraio di questo sistema di certificazione, hanno parecchie difficoltà.
Il certificato online parte in salita. Sito del ministero bloccato. Medici ancora in agitazione
«Da ieri il portale è quasi completamente inaccessibile per l'impennata del numero delle operazioni - spiega uno dei medici dello studio, Davide Lauri – nel senso che passa qualcosa ogni tanto». Blocco certificato ufficialmente anche dal sistema informatico sanitario della Regione Lombardia, il Siss. Con una mail ufficiale, spedita ai medici di base, avvisa che «per problemi sui sistemi informativi degli Enti Centrali il servizio Certificati di Malattia non è al momento disponibile».
Significa insomma che il medico non può rilasciare alcun certificato di malattia e si trova nella condizione di rimandare il paziente al pomeriggio o al giorno dopo. «Un grosso intoppo all'attività clinica quotidiana» riflette Lauri. Non solo, per i medici convenzionati che non rispettino la procedura sono previste sanzioni pesanti, fino al licenziamento nel caso di reiterazione.
Proprio l'entrata in vigore dell'obbligo, accompagnato dalle sanzioni, ha fatto impennare improvvisamente il numero di procedure, intasando il cervellone centrale dell'Inps. Il risultato sono tempi lunghi, se va bene, o il blocco totale, se va male. «Molti colleghi hanno aspettato questo momento, prima di testare il sistema – spiega un altro medico, Roberto Panarese - Per questo, tra ieri e oggi, tutto è andato in tilt». E' come se la vera sperimentazione fosse iniziata oggi. Peccato sia un po' tardi.
