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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 16:31.
«Una democrazia fiorente nella disciplina»: è stato ed è lo slogan del comandante in capo della giunta militare birmana, il generale Than Shwe, 78 anni, al potere dal 1992. La settimana trascorsa dimostra che cosa significhi davvero la sua "road map" verso la democrazia, che dovrebbe concludersi quando sarà insediato il presidente della repubblica e cesserà di esistere l'attuale governo dello State Peace and Development Council (Spdc).
Aung San Suu Kyi: vi spiego perché non sarò il prossimo presidente (di David Pilling*)
Lunedì 31 gennaio alle 8,55, ora accuratamente stabilita dagli astrologi cui si affida Than Shew, si è riunito il parlamento della Repubblica dell'Unione di Myanmar. La volta precedente era stato nel 1988, quando il paese si chiamava ancora Birmania ed era governato dal generale Ne Win. In seguito ai moti popolari di quell'anno, Ne Win fu destituito e anche quel parlamento monopartitico dissolto. Il primo atto del nuovo parlamento è stata la nomina dei presidenti delle due camere: Thura Shwe Mann, numero tre della giunta, per la camera bassa e Khin Aung Myint, ministro della cultura nel governo dell'Spdc, per la alta.
Nelle pomeriggio di venerdì 4 febbraio il parlamento ha eletto il primo presidente birmano dopo 48 anni di regime militare (nel 1962 un golpe depose il primo e unico parlamento democraticamente eletto). È il generale in pensione Thein Sein, 65 anni, un militare di carriera entrato a far parte della giunta nel 1997 e che nel 2007 fu nominato primo ministro. Uno degli uomini più devoti al Grande Vecchio Than Shwe. Come vice presidente è stato eletto l'ex generale Tin Aung Myint Oo, 61 anni, al quinto posto nella scala gerarchica del precedente regime, nonché rappresentante della quota del 25% di deputati assegnata d'ufficio ai militari. Entrambi fanno parte di quel gruppo di venti ufficiali d'alto rango che si sono dimessi dall'esercito prima delle elezioni del 7 novembre scorso per competere come candidati civili nelle file dello Union Solidarity and Development Party (Usdp).
Il partito, nato dall'organizzazione sindacale e paramilitare della giunta e guidato dallo stesso Thein Sein, ha vinto le elezioni conquistando il 77% dei 440 seggi della camera bassa e dei 224 della camera alta. Una percentuale che supera l'80% con i deputati dei partiti fiancheggiatori, quale quello rappresentativo dell'etnia Shan. Di cui fa parte il secondo vice-presidente, Sai Mauk Kham, 61 anni, medico, designato per dimostrare l'apertura del nuovo governo nei confronti delle minoranze (in particolare quella degli Shan, che controllano gran parte del traffico di droga dell'area). Forse è per questo che la proposta di Aung San Suu Kyi di organizzare una conferenza interetnica per la riconciliazione nazionale è stata definita «di sorprendente irrilevanza». In ogni caso, per sottolineare l'irrilevanza della Signora, pochi giorni prima dell'apertura del parlamento, il 28 gennaio, l'alta corte birmana aveva rifiutato l'appello presentato contro la dissoluzione del suo partito, la National League for Democracy, bandito dalla scena politica per aver chiesto il boicottaggio delle elezioni di novembre.