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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2011 alle ore 18:20.
Confindustria chiede che «la giornata del 17 marzo venga celebrata come una ricorrenza importante, ma senza che ciò comporti la perdita di preziose ore di lavoro o un aggravio di costi per le imprese». L'associazione degli industriali, afferma in una nota la presidente Emma Marcegaglia, «rispetta e condivide la decisione del governo di celebrare, il prossimo 17 marzo, la ricorrenza della proclamazione dell'Unità d'Italia» e, pur concordando sul fatto che il 17 marzo rappresenta «una data importante che va vissuta con autentica partecipazione, come momento di orgoglio e di unità nazionale», chiede che «al tempo stesso si tenga conto delle esigenze di un'economia che sta facendo e sempre più deve fare ogni possibile sforzo per recuperare competitività.
Una nuova festività - per di più collocata in una giornata, il giovedì, che si presta ad essere utilizzata per un "ponte lungo" sino al fine settimana - comporta perdite elevate in termini di minore produzione e maggiori costi per le imprese. Darebbe - aggiunge la presidente degli industriali - un segnale fortemente dissonante rispetto alle azioni che, faticosamente, le parti sociali stanno mettendo in atto per recuperare ogni possibile margine di produttività, per poter fare nuovi investimenti e salvare posti di lavoro in Italia». Per questo le imprese si «impegnano a fare la loro parte a fianco delle istituzioni pubbliche, organizzando momenti di ricordo e di aggregazione attorno alla bandiera nazionale nei luoghi di lavoro».