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Questo articolo è stato pubblicato il 05 febbraio 2011 alle ore 20:27.
Vista l'attuale situazione della politica italiana esiste, secondo il presidente della Camera, Gianfranco Fini, «il rischio che nelle macerie della perdita di credibilità della politica non si salvi più nessuno, se non, per fortuna, il capo dello Stato e il Quirinale». Fini ne ha parlato a Bologna, durante il suo intervento alla convention di Futuro e Libertà dedicata ai giovani.
Oggi in Italia - ha proseguito Fini - si rischia di privilegiare le scorciatoie e i giovani hanno davanti un modello che ha come unico metro per valutare il successo il denaro. Nel nostro paese viene premiato il furbo. Fini ha ribadito che «tutti sono uguali di fronte alla legge e chi sbaglia paga».
Chiudendo i lavori del convegno Fini si è fermato a riflettere sul «pessimismo dei giovani» che «temono per il proprio futuro perché hanno capito che per affermarsi non saranno più sufficienti quei sacrifici che sono stati fatti in passato dai loro genitori».
La terza carica dello Stato ha parlato anche degli obiettivi che si pone il suo partito: «Futuro e Libertà non vuole essere An in sedicesimo, non vuole essere nemmeno un piccolo Pdl. Vuole essere, siamo presuntuosi, un progetto per l'Italia, cui chiamare a raccolta tutti coloro che in una certa idea dell'Italia si ritrovano, tutti coloro che abbiano ben chiaro che un'economia è solida quando si basa sulla produzione di ricchezza reale. Se qualcuno dice, - ha proseguito - come è stato detto: ma vi siete allontanati dal filone culturale della destra, e magari sottintende, per lui, che il filone culturale della destra vorrebbe dire che al centro dell'economia non c'è il lavoro ma c'è la finanza, non ha capito assolutamente nulla».