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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2011 alle ore 13:34.
Ci vorrebbe una formula magica per trasformare il legno in oro. Se tutti i quarti posti collezionati dagli sciatori azzurri fossero dei podi, la nazionale guidata da Claudio Ravetto si presenterebbe ai Mondiali di Garmisch con tutta un'altra veste. Già otto volte siamo rimasti ai piedi del podio per una manciata di centesimi; ultima della serie, Manuela Moelgg, quarta nello slalom di Zwiesel di venerdì scorso, in rimonta dalla sedicesima posizione. Ecco lo sci azzurro alla ricerca della sua pietra filosofale; umile, aggressivo ma pasticcione, poco costante, oscilla tra guizzi e capitomboli, proprio quando stanno per partire le gare iridate.
Foto / La 34esima edizione della Dobbiaco-Cortina di sci di fondo
Si comincia martedì con il superG femminile, per chiudere domenica 20 febbraio con lo slalom maschile. Sette podi li abbiamo conquistati in questi primi mesi del circo bianco. La pezza finale alla vigilia mondiale in Germania l'ha messa Federica Brignone, seconda nel gigante domenicale di Zwiesel funestato dal maltempo, battuta soltanto dalla campionessa olimpica in carica, la tedesca Viktoria Rebensburg.
La giovane Brignone, classe 1990, figlia d'arte della nostra ex sciatrice Ninna Quario, era digiuna dal terzo posto di Aspen del 2009; il suo risultato restituisce un po' di fiducia alla squadra italiana, già piuttosto amareggiata per le delusioni del gigante maschile a Hinterstoder, ultimo appuntamento di coppa prima di Garmisch. Max Blardone ventottesimo, Manfred Moelgg non qualificato per la seconda manche, Davide Simoncelli (diciannovesimo provvisorio) uscito nel tratto finale della prova decisiva, nonostante la tracciatura dell'allenatore italiano, Matteo Guadagnini. S'è salvato il giovanissimo piemontese Giovanni Borsotti, quindicesimo. È il suo miglior piazzamento in carriera, tanto che ha staccato l'ultimo biglietto utile per la convocazione mondiale, soffiandolo ad Alex Ploner. La squadra azzurra del gigante, che l'anno scorso figurava tra le più forti sulla piazza, s'è liquefatta gara dopo gara, contando un solo podio in questa stagione (Blardone in Val d'Isère).
Anche il direttore agonistico Claudio Ravetto ha dovuto ammettere che c'è un po' di amarezza nell'aria per tutti questi podi mancati. Ci consoliamo pensando ai piazzamenti, agli atleti che sembrano più in forma (soprattutto i velocisti, Christof Innerhofer e Werner Heel, o Giuliano Razzoli in slalom le rare volte che taglia il traguardo): abbiamo diversi assi da calare e quindi numerose possibilità di puntare a una medaglia. La nostra debolezza - l'assenza di un leader nel gruppo, di una punta di diamante come nelle altre squadre - potrebbe diventare la nostra forza, perché spesso i Mondiali regalano delle sorprese. Speriamo, però, di non finire nuovamente sull'orlo del burrone, salvati in extremis dal Razzoli di turno come alle Olimpiadi di Vancouver. Almeno un bronzetto prima del 20 febbraio per evitare uno slalom da infarto. Manuela Moelgg è l'unica ad aver centrato due podi in altrettante specialità, terza nel gigante di Soelden e nello slalom notturno di Zagabria. A lei e alla rediviva Brignone affidiamo le sorti delle nostre ragazze, falcidiate da infortuni, acciacchi e da risultati poco lusinghieri.