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La magistatura francese contro Sarkozy. Udienze rinviate e mobilitazione nazionale in vista

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2011 alle ore 15:57.

PARIGI – I rapporti fra Nicolas Sarkozy e i magistrati sono sempre stati difficili. Ma la protesta innescata in questi giorni nel sistema giudiziario francese è davvero senza precedenti. Centinaia di magistrati si stanno riunendo in queste ore in tutto il paese per esprimere la propria rabbia contro le parole espresse dal presidente contro la categoria, sulla scia dell'omicidio di una giovane donna, Laetitia Perrais, che ha sconvolto l'opinione pubblica. Già varie udienze sono state rinviate in una quindicina di tribunali, mentre i sindacati dei magistrati hanno deciso una giornata di mobilitazione nazionale per giovedì.

Carla Bruni non si sente più di sinistra, ma non è detto che questo aiuti Sarkozy (di Elysa Fazzino)

Tutto nasce, appunto, dalla triste sorte di Laetitia, scomparsa il 19 gennaio a Pornic, non lontano da Nantes, nell'Ovest della Francia, il villaggio dove abitava da anni con la famiglia alla quale era stata affidata. Ben inserita nella comunità locale, Laetitia, 18 anni, frequentava l'istituto alberghiero e stava effettuando uno stage come cameriera in un bar-ristorante del suo paesino. Pochi giorni fa il suo cadavere, fatto a pezzi, è stato ritrovato nella stessa regione, in uno stagno di Lavau-sur-Loire. Il suo presunto assassino è Tony Meilhon, 31 anni. Aveva già subito numerose condanne, l'ultima per stupro (era uscito dal carcere nel febbraio 2010). Meilhon continua a negare (afferma di aver investito la ragazza con il suo scooter), ma gli indizi contro di lui sono precisi e lasciano pochi dubbi. E così, giovedì scorso, Sarkozy ha dichiarato: «Quando si fa uscire dal carcere una persona come il presunto colpevole dell'assassinio di Laetitia, senza assicurarsi che venga seguito da un esperto per il suo reinserimento, si commette un errore. Sia chiaro: quelli che lo hanno reso possibile dovranno pagare».

Apriti cielo. Il presidente, già all'origine di sostanziosi tagli nel sistema giudiziario (e in mezzo alle polemiche sui ritardi dei processi e sulle condizioni spesso insalubri di tribunali e prigioni), è entrato immediatamente nel mirino della categoria. Stamani i magistrati di Lione, Saint-Etienne, Le Havre e Boulogne-sur-Mer hanno bloccato le attività e si sono riuniti in assemblea generale. In parallelo si stanno organizzando iniziative simili in una quarantina di altre giurisdizioni. In una quindicina di casi, vedi Strasburgo e Saverne, si stanno rinviando una dietro l'altra numerose udienze. Mentre ovunque, anche a Parigi, ci si prepara a una giornata di blocco generale, giovedi.

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Carla Bruni non si sente più di sinistra, ma non è detto che questo aiuti Sarkozy

"Non ho mai votato per la sinistra in Francia e non comincerò certo adesso. Non mi sento più

Tags Correlati: Carla Bruni | Corte di Cassazione | Gilbert Thiel | Laetitia Perrais | Marc Trévidic | Nantes | Nicolas Sarkozy | Saverne | Tony Meilhon | Tribunali e organi della giustizia | Usm

 

Le attività sono particolarmente rallentate a Nantes, responsabile per l'affaire Laetitia. Lì molte udienze erano già state interrotte a partire da giovedì scorso, subito dopo le critiche di Sarkozy. Oltre all'Usm (Unione sindacale dei magistrati), l'organizzazione più forte e tradizionalista del settore, anche Sm (Sindicato della magistratura, più a sinistra) ha chiesto ai suoi aderenti di incrociare le braccia giovedì. E, anzi, di prolungare il movimento venerdì, parlando esplicitamente di sciopero, malgrado la legge francese non preveda questo diritto per i magistrati. Intanto anche la compassata Corte di cassazione, con sede nella capitale, dovrebbe aderire all'appello per il blocco delle attività previsto giovedì: una première nella storia della Francia.

«Da anni, anche prima di Sarkozy, ci dicevano che non avevamo i mezzi per operare normalmente. Ma ora è diventata addirittura colpa nostra», ha sottolineato Marc Trévidic, esperto antiterrorista e alla guida dell'associazione nazionale dei giudici istruttori. Da sottolineare: Trévidic sta conducendo un'inchiesta su una losca vicenda (l'attentato subito da un gruppo di ingegneri e tecnici francesi in Pakistan), che potrebbe portare a tangenti pagate al presidente. «Non si possono seguire le persone scarcerate senza psichiatri, psicologi ed educatori a disposizione», ha rincarato la dose un altro giudice, Gilbert Thiel.

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