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Berlusconi a cena rafforza il patto con Bossi. Tra rimpasto, processo breve e federalismo

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Questo articolo è stato pubblicato il 07 febbraio 2011 alle ore 18:43.

Una cena per confermare la road map sulle riforme con l'assicurazione del presidente del Consiglio che i numeri ci sono per portare a compimento la legislatura. A Umberto Bossi che chiede di non tirare avanti solo per galleggiare, il Cavaliere risponde che ci sono tutti i presupposti per definire i progetti in cantiere, a partire dal federalismo, in cambio chiede di evitare strappi pericolosi per la tenuta della maggioranza e la possibilità di un suo allargamento.

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Nessun riferimento, a quanto si apprende, alle polemiche collegate alla vicenda Ruby. Anche se il Cavaliere avrebbe rimarcato ancora una volta la necessità di accelerare sulla giustizia a partire dal processo breve e dalle intercettazioni.

In questa cornice il premier ed vertici della Lega, presente il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, hanno fatto il punto sui principali temi sul tappeto, a partire dal delicato passaggio dell'incontro di mercoledì prossimo al Quirinale tra Giorgio Napolitano e il senatur per far ripartire il percorso del federalismo Municipale.

I lumbard hanno chiarito di non voler porre nessun aut aut sulla legislatura purché il progetto riformista possa proseguire sulle direttrici prefissate. Federalismo, in primis. E a tal proposito hanno ribadito la necessità di un riequilibrio della composizione delle commissioni parlamentari, riequilibrio ritenuto indispensabile sia da Bossi che da Berlusconi per rendere possibile uno spedito iter del processo riformatore.

All'incontro di Arcore era presente anche il governatore del Piemonte, Roberto Cota, reduce da una missione negli Usa,dove ha visitato gli stabilimenti della Chrysler. Non si esclude quindi che durante la cena ci sia stato anche un confronto sulle questione Fiat in vista dell'incontro di sabato a Palazzo Chigi tra governo e l'ad Sergio Marchionne. Berlusconi e Bossi, insieme a Tremonti, hanno anche fatto una panoramica sulle misure che saranno esaminate mercoledì prossimo dal Consiglio dei ministri per il rilancio dell'economia.

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La prima infornata la prossima settimana
Nei prossimi giorni ci sarà così una prima infornata che dovrebbe coinvolgere tre caselle dell'esecutivo. In pole position ci sono l'ex Udc Saverio Romano, leader dei Popolari per l'Italia di domani, Massimo Calearo, già Pd e Api e con un passato alla guida di Federmeccanica e Aurelio Misiti, appena migrato dall'Mpa di Raffaele Lombardo al gruppo misto. Per l'ex ras siciliano dei centristi il futuro approdo dovrebbe essere il dicastero delle Politiche europee, lasciato libero dal finiano Andrea Ronchi, mentre Calearo sarebbe destinato al ministero dello Sviluppo Economico per una poltrona da vice. Per l'ingegnere calabrese Misiti, è pronta invece una poltrona alle Infrastrutture dove l'ex Idv dovrebbe arrivare con una delega al Mezzogiorno. Pare infatti che proprio il Cavaliere in persona gli abbia affidato una mission cruciale: occuparsi della realizzazione del ponte sullo stretto, vecchio pallino di Misiti a cui non difetta certo l'expertise e la passione per l'avveniristica opera tanto da essersi guadagnato l'appellativo di "uomo del ponte".

I responsabili approdano a Palazzo Chigi
Tre new entry a cui seguirà poi una seconda puntata per inglobare nell'esecutivo anche altri esponenti del gruppo dei "responsabili", neo puntello della maggioranza. E tra i candidati a una poltrona di sottosegretario ci sono Francesco Pionati, giornalista del Tg1 e già passato per l'Udc, Silvano Moffa, ex finiano e tra gli artefici di "Iniziativa Responsabile", ma anche Nello Musumeci, esponente della Destra di Francesco Storace. Insomma, nuovi ingressi che serviranno al premier per puntellare la maggioranza e attrarre nuovi parlamentari. Visto e considerato che l'operazione allargamento non conosce sosta e Denis Verdini, che ha in mano la regia, è convinto di poter superare quota 320 parlamentari. Pescando soprattutto nel gruppo misto dove l'attenzione è rivolta all'Mpa di Lombardo (oltre a Misiti resta "attenzionato" anche l'ex rettore dell'Università di Catania, Ferdinando Latteri) e ai liberaldemocratici, con Italo Tanoni e Daniela Melchiorre, nel mirino di Berlusconi.

Il Pdl accelera sul processo breve
Che procede a tambur battente anche sul versante giustizia. Qui, infatti, si è registrata oggi l'accelerazione, peraltro già annunciata nei giorni scorsi dal guardasigilli Alfano, sul processo breve. In una lettera inviata a Giulia Bongiorno, la presidente (finiana) della commissione Giustizia della Camera, il capogruppo azzurro in commissione, Enrico Costa, ha chiesto infatti di calendarizzare nuovamente l'esame del provvedimento. Dure le reazioni delle opposizioni, che hanno annunciato battaglia contro il tentativo della maggioranza. Ma il premier è deciso a chiudere questa partita, e anche in fretta.

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