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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2011 alle ore 09:26.
Due giorni dopo il monito del capo dello Stato Giorgio Napolitano sulla possibilità di elezioni in caso di scarsa stabilità nella maggioranza e all'indomani delle manifestazioni organizzate dalle donne di "Se non ora, quando?", questa mattina il premier Silvio Berlusconi è intervenuto sulle due vicende con una telefonata alla trasmissione "Mattino 5".
IL PUNTO / Governo sotto pressione, legislatura a rischio (di Stefano Folli)
Dopo aver sostenuto che non è intenzione del capo dello Stato di sciogliere le Camere, Berlusconi ha precisato che il solo presidente della Repubblica, senza una crisi formale, non può decidere da solo, ma deve consultare anche il presidente del Consiglio. «La costituzione comunque prevede che senza una formale crisi di governo per interrompere anticipatamente una legislatura occorre che il presidente della Repubblica consulti sia i presidenti delle Camere che il presidente del Consiglio, cioè Silvio Berlusconi», ha detto il premier nel corso di "Mattino 5".
«Quando nel '94 il presidente della Repubblica sciolse le Camere senza il passaggio di una crisi formale - spiega Berlusconi - egli ebbe l'assenso del premier di allora, che era Ciampi, il quale acconsentì dicendo che la funzione del governo si era esaurita: ma questo non è il nostro caso perchè il governo è nella pienezza delle sue funzioni».
«Quindi - conclude Berlusconi - c'è molta confusione, ma io ho le idee molto chiare: l'interesse del Paese è quello di avere un governo stabile che mandi avanti con grande determinazione il programma concordato dagli elettori e che porti a compimento le riforme a partire da quella del federalismo».
«Fini è incompatibile con la sua carica»
Berlusconi ha poi riservato un commento alla proposta di Gianfranco Fini di rassegnare insieme le dimissioni e andare al voto: «È paradossale che il presidente della Camera chieda le dimissioni del presidente del Consiglio. È la seconda volta che succede. Non si è mai visto trasformare la terza carica dello Stato in una fazione politica», ha proseguito Berlusconi nel collegamento telefonico con la trasmissione di Canale 5. Berlusconi critica Gianfranco Fini che, a suo dire, è arrivato «ad auspicare addirittura una crisi extraparlamentare». In ogni caso il premier considera «irricevibile» la proposta del leader di Fli di dimettersi entrambi. «Io non ho usato la veste istituzionale per ordire complotti giudiziari», dice il premier che poi aggiunge. «È il momento che sia nel paese che nelle istituzioni» si verifichi «se il ruolo di Fini sia compatibile con il ruolo istituzionale».