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Proteste in Libia anti Gheddafi: morti e feriti. Dietro le rivolte in Medio Oriente c'è un signore di Boston

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Questo articolo è stato pubblicato il 16 febbraio 2011 alle ore 08:40.

Due manifestanti morti e almeno 38 feriti sarebbe il bilancio degli scontri che si sono verificati in Libia per le proteste contro Gheddafi, alla vigilia della cosiddetta "giornata della collera". I disordini, che si sono svolti sopratturro a Bengasi, sarebbero nati dall'arresto di Fethi Tarbel, attivista per i diritti umani che ha lavorato con le famiglie di persone detenute nella prigione Abu Salim di Tripoli, dove negli scontri del 1996 furono uccisi mille carcerati. Intanto, come annunciato da alcune associazioni per i diritti umani, il governo libico ha liberato 110 detenuti in carcere con l'accusa di far parte del Gruppo combattente islamico libico, mentre secondo alcune fonti della Bbc, lo scrittore libico Idris-Mesmari sarebbe stato arrestato dopo un'intervista rilasciata alla tv satellitare al-Jazeera.

Stando alle notizie diffuse sulla rete, a Bengasi la situazione in città é tornata tranquilla, dopo che nella notte manifestanti armati di bombe incendiarie e di pietre hanno dato alle fiamme delle auto e si sono scontrati con la polizia.

Arresti preventivi
Le forze di sicurezza libiche hanno arrestato recentemente numerosi cyber-militanti in vista dell'appuntamento, convocato su Facebook, per domani 17 febbraio, sotto lo slogan «la giornata della collera». Lo scrive sul suo sito online l'Anhri, (Arabic Network for Human Rights Information). Il colonnello Muammar Gheddafi, ha anche messo in guardia la popolazione dall'uso di Facebook e dei vari social network, strumento di una cospirazione imperialista. Secondo l'Anhri, le autorità libiche hanno arrestato anche Jamal el Kowafy, 40 anni, uno degli attivisti più impegnati nell'Università di Garyunis. Gheddafi avrebbe anche previsto l'utilizzo di centinaia di agenti segreti infiltrati tra i militanti. Anhri denuncia «il controllo assoluto di Gheddafi sul paese da oltre 40 anni grazie a un apparato di sicurezza repressivo».

Tutti in piazza il 17 febbraio per il giorno della rabbia
La tv di Stato ha riferito che sono in corso solo manifestazioni a sostegno di Gheddafi in tutto il paese. Per domani a Bengasi è stato annunciato il «giorno della rabbia» con proteste di piazza che prendono spunto dalle rivolte in Tunisia, Egitto e Iran. Cinque anni fa, il 17 febbraio 2006, una manifestazione contro le vignette su Maometto pubblicate in Danimarca si era trasformata in una rivolta contro il regime.

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L'Ue chiede di evitare qualsiasi violenza
L'Unione Europea attraverso la portavoce dell'alto rappresentante Ue per gli affari esteri Catherine Ashton ha invitato la Libia ha autorizzare la libera espressione e chiesto al governo di Tripoli di evitare qualsiasi violenza: «Invitiamo le autorità ad ascoltare la società civile e tutti coloro che partecipano alle proteste e a consentire la libertà d'espressione».

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