Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 20 febbraio 2011 alle ore 15:16.
Sarebbero 285 le vittime delle proteste a Bengasi contro il regime di Muammar Gheddafi secondo quanto riportano fonti mediche citate dal sito "Lybia al Youm". Lo hanno riferito alcuni testimoni all'emittente panaraba al Jaazera, che riporta le testimonianze sul suo sito internet. Centinaia sarebbero, inoltre, le persone rimaste ferite negli scontri tra le forze di sicurezza e i manifestanti. Un uomo di Bengasi, che si è identificato solo come Moftah, ha spiegato che la città è diventata "zona di guerra" negli ultimi giorni.
Al suo arrivo al Consiglio esteri, l'alto rappresentante della politica estera della Ue Catherine Ashton, ha chiesto alle autorità libiche di fermare «subito» le violenze contro i manifestanti. I libici dal canto loro hanno lanciato una minaccia alle Ue: se l'Unione Europea non cesserà di sostenere le rivolte in corso nei Paesi del Nord Africa e in particolare in Libia, Tripoli cesserà ogni cooperazione con la Ue in materia di gestione dei flussi migratori.
D'Alema: Gheddafi fermi la repressione
Iran, arrestata la figlia di Rafsanjani. Baherin, in migliaia occupano piazza delle Perle a Manama
Il bilancio fornito dai testimoni di al Jazeera è superiore a quello di Human Rights Watch che, questa mattina, aveva riferito di almeno 104 vittime. Intanto da questa mattina nuove manifestazioni di protesta si stanno svolgendo a Bengasi. L'esercito ha sparato razzi contro la folla che protesta davanti alla sede del tribunale locale, ha detto un avvocato raggiunto per telefono, Mohammed al Mughrabi. La situazione è particolarmente critica negli ospedali, che non hanno attrezzature e personale sufficienti per accogliere tutti i feriti. Al Mughrabi ha chiesto alla Croce rossa internazionale di "inviare ospedali da campo" per curare chi ne ha bisogno.
Farnesina, no tassativo a viaggi in Cirenaica
In considerazione della gravità della situazione in Cirenaica, in particolare nelle città di Bengasi, Ajdabya, Al Marj, Al Beida, Derna e Tobruk, la Farnesina «sconsiglia tassativamente qualsiasi viaggio non essenziale nella Regione». Recita così l'ultimo avviso particolare sulla Libia pubblicato oggi sul sito della Farnesina viaggiare sicuri.