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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2011 alle ore 20:30.
La rivisitazione delle norme sulla protezione civile contenuta nel Milleproroghe «affonderanno la Protezione civile come il Titanic». A puntare il dito contro il Milleproroghe è il capo del Dipartimento della Protezione civile, Franco Gabrielli. Il provvedimento renderebbe la Protezione civile italiana la «ex protezione civile migliore del mondo». Milleproroghe al centro di mille polemiche, in aula da domani senza l'incarico al relatore e con la certezza della blindatura della fiducia che sarà apposta dal Governo. Intanto domani in piazza Montecitorio si terrà un sit-in di protesta, mentre in aula si tiene la discussione sul decreto milleproroghe.
La manifestazione è organizzata da Fp-Cgil e Flc-Cgil per protestare contro l'apposizione della fiducia sul provvedimento e per contestare i contenuti sul fronte del lavoro pubblico, dell'offerta di servizi pubblici e del precariato nella pubblica amministrazione. Nel provvedimento, originariamente dedicato solo alle proroghe. è entrato di tutto: dalle riforme fiscali su fondi immobiliari e banche alle tasse su cinema e calamità.
Gabrielli ha scritto a Berlusconi, Tremonti ed Errani
«È vero - commenta Gabrielli - che si deve tornare a mettere ordine, specie dopo aver usato le ordinanze per scopi non propri, ma si lasci il "core business". Per funzionare, l'attivazione della Protezione civile ha bisogno di una tempistica non maggiore di 36 ore. Mi hanno risposto che una catastrofe di venerdì avrebbe portato le 36 ore nella domenica, a uffici chiusi». Non è stato però toccato l'articolo che estende la possibilità di utilizzare le ordinanze di protezione protezione civile ai grandi eventi. Gabrielli ha preso carta e penna e ha scritto al premier Silvio Berlusconi, al ministro Giulio Tremonti e al presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani «per impedire tutto questo. Non solo il ministero dell'Economia avrà accesso anche ai fondi regionali, con buona pace del federalismo. Ma gli atti di tutti i commissari dovranno ricevere il visto preventivo della Corte dei conti, che ha 37 giorni per dare il suddetto parere. Immaginate, con gli oltre 70 stati emergenziali attuali e il sovraccarico della Corte, cosa voglia dire».