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Riapre Malpensa dopo la paura per un tunisino armato. Non è terrorismo, ma raptus di follia

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 febbraio 2011 alle ore 11:41.

L'aeroporto ora è tornato completamente operativo, ma questa mattina Malpensa ha vissuto momenti di paura, per il gesto folle di un extracomunitario che, poco dopo le 11, ha tentato di sfondare la vetrata della porta numero 14 del check in del Terminal 1. L'area passeggeri del Terminal è stata evacuata per alcune decine di minuti per un iniziale allarme terrorismo, subito rientrato. Le forze di sicurezza hanno sparato a un uomo armato di coltello che ha tentato di sfondare la vetrata del check in a bordo di un suv Hyundai Tucson utilizzato come ariete. Tutta l'azione è stata immortalata dalle telecamere del sistema di sicurezza dello scalo.

Il suv rubato a Rescaldina
Il suv era stato rubato nelle prime ore di questa mattina a Rescaldina, in provincia di Milano - non a Cerro Maggiore come inizialmente spiegato dagli investigatori - e il furto è stato denunciato dal proprietario alla locale stazione dei Carabinieri.

Il tunisino
L'uomo, un tunisino di 42 anni
che si chiama Abdel Ganouni Sadallah, residente con la famiglia a Ceriano Laghetto in provincia di Monza, non è riuscito a rompere la vetrata e a quel punto è sceso dalla macchina impugnando un coltello ed è stato colpito da un agente della sicurezza che l'ha ferito al piede. Sembrava che volesse accoltellare la moglie, spinto da motivi di gelosia. II tunisino è stato subito posto in stato di fermo dagli agenti, trasportato all'ospedale di Gallarate dove è stato medicato, dimesso con una prognosi di 15 giorni e quindi accompagnato nel carcere di Busto Arsizio. È accusato di tentato omicidio, danneggiamento pluriaggravato e resistenza a pubblico ufficiale.

La famiglia
Il tunisino era in auto con la moglie e i tre figli. I magistrati hanno confermato che nè l'uomo né la donna avevano con loro i documenti d'identità, né tantomeno i biglietti di viaggio ed è quindi da escludere che fossero in procinto di partire. L'uomo, in Italia da diversi anni e con regolare carta di soggiorno, si era licenziato pochi giorni fa dall'azienda nell'hinterland di Milano dove lavorava come operaio. Vive con la moglie, una 31enne ragioniera di origine calabrese, in cassa integrazione da quando la ditta di divani dove era impiegata a Limbiate ha chiuso, e i tre figli di 8, 4 e 2 anni, in un appartamento nel centro di Ceriano Laghetto, che è stato perquisito dalle forze dell'ordine.

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Tags Correlati: Abdel Ganouni Sadallah | Camera dei deputati | Giuseppe Bonomi | Israele | Italia | Michele Meta | Milano | Pd | Raffaele Cattaneo | Riccardo De Corato | Roberto Maroni | Roberto Pirro Balatto | Sea | Trasporti e viabilità |

 

Fogli scritti in arabo
Nella modesta abitazione, all'interno di una palazzina di tre piani collocata dentro una grande corte dove vivono otto famiglie, la famiglia del tunisino viveva da quattro anni, dopo aver lasciato la precedente casa di Binzago, una frazione di Cesano Maderno in provincia di Milano. Gli agenti avrebbero trovato nel camino un computer e altri oggetti a cui era stato dato fuoco in precedenza. Sono stati trovati anche ventiquattro fogli scritti a mano in arabo attaccati sui muri, sugli arredi e su una cyclette e moltissimi altri trovati nella sua auto parcheggiata sotto casa, che potrebbero contenere la spiegazione di quanto commesso stamattina.

Esclusa la matrice terroristica
All'aeroporto di Malpensa sono subito arrivati il presidente della Sea, Giuseppe Bonomi e l'assessore regionale ai trasporti Raffaele Cattaneo: «Possiamo escludere la matrice terroristica, non c'è nulla che possa far intendere che dietro questo gesto ci sia una tale matrice», ha detto il presidente della Sea Bonomi. La situazione è rientrata lentamente alla normalità e l'aeroporto è tornato completamente operativo. I primi voli, dopo lo stop di circa un'ora, sono decollati a partire dalle 12,45. Una ventina di aerei in partenza hanno subito ritardi dai 30 ai 60 minuti perchè l'area del check-in è rimasta bloccata durante l'intervento delle forze dell'ordine e degli artificieri. Regolari invece gli arrivi

Il movente
«Il movente non è chiaro - ha detto il pm di Busto Arsizio (Varese), Roberto Pirro Balatto, che sta coordinando le indagini - e stiamo vagliando tutte le ipotesi. Sembrerebbe il gesto inconsulto di un folle». Per il momento si attendono «i referti tossicologici degli esami condotti sul tunisino per accertare se avesse assunto droga o alcol». Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire il movente del gesto dall'interrogatorio della moglie, un' italiana che si è convertita all'Islam. La donna, che indossava un velo e vestiti di foggia nordafricana, lo ha seguito con i figli, per poi cercare di soccorrerlo quando l'agente della Polaria gli ha sparato.

Il Pd chiede spiegazioni al ministro Maroni
Nel frattempo il Pd ha chiesto al ministro dell'Interno Roberto Maroni. di spiegare quanto prima in Parlamento la vicenda. «Quanto accaduto stamane all'aeroporto di Malpensa è gravissimo e dobbiamo ringraziare le forze dell'ordine per la professionalità con la quale hanno agito per evitare il peggio», ha dichiarato in una nota il capogruppo del Pd in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, sottolineando le «gravissime falle nella sicurezza dell'aeroporto internazionale, obiettivo sensibile come pochi altri nel Paese».

Il vicesindaco De Corato
«Se il tunisino avesse avuto dell'esplosivo sulla vettura a Malpensa ci sarebbe stata una strage. Il grave episodio impone di ripensare i sistemi di sicurezza in chiave di maggiore prevenzione». Questo il commento del vice sindaco di Milano, Riccardo De Corato che, ricordando la missione dello scorso novembre a Tel Aviv in occasione di un convegno sulla sicurezza mondial, ha sottolineando come «in Israele un episodio del genere non sarebbe potuto accadere. Il fatto che girasse su un auto rubata con l'aggravante di essere un pregiudicato avrebbe fatto scattare preventivamente l'allarme. È questa la direzione che dobbiamo prendere se vogliamo tutelare i passeggeri dai rischi multipli che il delicato contesto internazionale potrà da qui in avanti determinare. Terrorismo compreso».

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