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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 12:24.
Icona internazionale e revolucionaria di una lunga stagione, proprietario della barba e della divisa militare più celebri del secondo Novecento, il líder máximo Fidel Castro ha governato a L'Avana a partire dal 1959. Il socialismo cubano ha resistito alla tenaglia dell'embargo americano e al crollo dell'Unione Sovietica e ha cercato di tenere alte le sue bandiere di un rosso impallidito. Il regime castrista, nel corso dei decenni, ha mantenuto le sue gravi carenze nel rispetto dei diritti civili e il suo atteggiamento autoritario nei confronti della dissidenza politica e di chi si azzarda a reclamare maggiore libertà (ma non soltanto: la repressione si è a lungo esercitata anche verso gli omosessuali). Invecchiato e malato, Castro ha lasciato la presidenza nel 2008. Lo ha sostituito suo fratello Raúl. Si attendeva che quest'ultimo avrebbe promosso un timido riformismo, ma finora le correzioni al sistema cubano sono state così impercettibili che faticano a intravederle anche i più accorti compulsatori di Granma, l'organo di stampa del partito unico. Intanto la salute dell'ultraottantenne Fidel sembra essere un po' in ripresa e l'anziano leader è tornato a far sentire con più frequenza la sua voce. Intanto, nell'isola caraibica si prolunga il dominio politico dei Castro Brothers, 163 anni in due.