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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 12:24.
Il presidente kazako Nursultan Nazarbayev è uno dei tanti autocrati dell'Asia Centrale e ha un curriculum identico a quello di molti colleghi ed ex colleghi dell'area: prima di diventare capo di Stato del Kazakistan indipendente, Narabayev era già da qualche anno segretario del Partito comunista kazako, in seno all'Unione Sovietica. Il suo regime autocratico, supportato da elezioni vinte con il consueto 90 e rotti per cento, dura da circa vent'anni e in aprile ci saranno nuove Presidenziali (anticipate). Non è difficilissimo prevedere, rebus sic stantibus, chi le vincerà. Chi in Kazakistan voglia contrapporsi politicamente al presidente non è benvoluto dal regime. Rakhat Aliyev, genero di Nazarbayev in conseguenza del suo matrimonio con la figlia del presidente Dariga, era già stato viceministro degli Esteri e ambasciatore a Vienna, ma aveva manifestato ambizioni crescenti. Detto-fatto è finito impigliato in un complesso procedimento giudiziario ed è uscito dai giochi (e dal paese). La moglie Dariga, nel 2007, ha concluso la scabrosa vicenda dinastica, chiedendo il divorzio. Proprio in Dariga, divisa tra vita politica e passione per il bel canto operistico, molti individuano la possibile delfina di papà Nazarbayev, che ha 70 anni e sogna che gli scienziati kazaki producano un qualche prodotto anti-aging che possa prolungare la sua carriera al vertice del paese. Nel frattempo si è reso per legge ripresidenziabile ad infinitum.