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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 12:24.
Le stravaganze à gogo, la pretesa di alloggiare nella tenda beduina ogni volta che si reca all'estero in visita ufficiale, le posture ispirate a un confuso panafricanesimo, i camicioni stampati con i volti dei suoi eroi politici, le soldatesse pronte a immolarsi per difendere il capo, il Corano e il Libro Verde, una storia di appoggio a vari gruppi terroristici poi rinnegata per un riavvicinamento all'Occidente, gli atteggiamenti da rockstar tra folklore e celebri ritardi, i discorsi fiume e le abilità diplomatica, il colonnello Muammar Gheddafi governa la Libia dal 1969. Il sistema politico che il capo della Jamahiriya ha forgiato per il suo paese è del tutto particolare, ma al di là delle suggestioni sulla democrazia diretta e sui Congressi popolari inventati da Gheddafi, la natura del regime instaurato dal colonnello è evidente in questi giorni, di fronte all'enorme numero di vittime causate dal tentativo del governo di reprimere la rivolta popolare che scuote il paese. Gheddafi ha sette figli e almeno tre di loro, Saif al Islam, Mutassim e Khamis sono accreditati come possibili successori. Difficile, però, nell'infuriare degli scontri in Libia, calcolare la longevità del potere dei Gheddafi.
Azerbaigian