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Questo articolo è stato pubblicato il 24 febbraio 2011 alle ore 12:24.
Quando nel 2000 l'attuale uomo forte di Damasco, Bashar al-Assad, apparve con un ruolo di primo piano sulla scena politica internazionale diventando presidente della Siria, molti avevano sperato che il giovane spilungone che fino ad allora aveva fatto l'oftalmologo a Londra e che aveva timidi baffetti su un altrettanto timido volto, avrebbe liberalizzato il regime guidato per ventinove anni da suo padre Hafez. In realtà, il posto di successore nel sistema scopertamente dinastico instaurato dagli Assad in Siria era in origine destinato al fratello maggiore di Bashar, Basil. Ma Basil morì prima del padre, in un incidente con la sua Mercedes. Nel suo primo decennio al governo Bashar non ha affatto addolcito il regime autoritario e repressivo confezionato da papà Hafez e la Siria continua a ricoprire un ruolo da protagonista nelle turbolenze che agitano il Medio Oriente. In particolare, Damasco mantiene entrambi i piedi nella politica interna libanese, contribuendo a rendere più instabili i già delicati equilibri del paese dei Cedri.