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Questo articolo è stato pubblicato il 25 febbraio 2011 alle ore 15:04.
Sei milioni di euro per mandare in gita un milione di studenti nei luoghi simbolo dei 150 anni dell'unità d'Italia: è quanto prevede il protocollo d'intesa firmato oggi, a palazzo Chigi, da Mariastella Gelmini e Michela Vittoria Brambilla, nell'ambito dell'iniziativa «Dai mille a un milione di studenti alla scoperta dell'unità d'Italia». Le risorse messe a disposizione, aggiuntive rispetto ai 130 milioni erogati agli istituti scolastici per le spese di
funzionamento (e dunque anche per le gite scolastiche), «consentiranno di ridurre - ha osservato il ministro Gelmini - la spesa che le famiglie dovranno sostenere per i viaggi e aver
recuperato questi soldi, in un momento di tagli e di difficoltà economica, è un fatto estremamente positivo».
Il progetto
Lo scopo dell'iniziativa, che si aggiunge alla tante già avviate nelle scuole, - hanno spiegato i due ministri - è duplice: far approfondire ai ragazzi la conoscenza di un capitolo importante della storia del nostro paese visitando i luoghi storici del Risorgimento e sostenere un segmento importante per l'economia turistica. «Le gite scolastiche - ha ricordato infatti Michela Brambilla - rappresentano una quota significativa del mercato turistico, soprattutto in bassa stagione. Nel 2008 i viaggi d'istruzione, concentrati per l'80% tra marzo e aprile, hanno generato un giro d'affari di 375 milioni di euro». «Abbiamo chiesto la collaborazione degli operatori del settore, tour operator, agenzie di viaggio, etc, perchè contribuiscano, concedendo agevolazioni, alla buona riuscita del progetto e la Fiavet già si è impegnata a dare il suo contributo» ha aggiunto Michela Brambilla, sottolineando come negli ultimi anni, grazie anche ai voli low cost, i viaggi d'istruzione all'estero abbiano superato quelli in Italia «e dunque questa dei 150 anni sia anche un'occasione per invertire la tendenza».
Gelmini: i prof che boicottano le gite penalizzano i ragazzi
Gelmini è voluta poi tornare sul boicottaqgio delle gite scolastiche adottato in alcuni istituti come forma di protesta contro i tagli all'istruzione: «È una forma di protesta che riguarda un numero limitato di insegnanti, che purtroppo penalizza i ragazzi». «Il viaggio - ha aggiunto Brambilla - è un elemento formativo importante e perciò non è pensabile che si possa nuocere alla formazione dei ragazzi in questo modo».