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Questo articolo è stato pubblicato il 27 febbraio 2011 alle ore 21:03.
PARIGI - L'ex premier Alain Juppé, 65 anni, è il nuovo ministro degli Esteri francesi. Lo ha annunciato, durante un intervento televisivo e radiofonico di sette minuti al Paese in cui ha coniugato politica estera e sicurezza interna, il presidente Nicolas Sarkozy. E non è l'unico cambiamento all'interno di un Governo che solo tre mesi fa era già stato oggetto di un rimpasto. Lascia l'esecutivo anche il ministro dell'Interno Brice Hortefeux, che diventa consigliere politico all'Eliseo. Al suo posto va il segretario generale della presidenza, Claude Guéant, uomo di fiducia di Sarkozy che avrà anche competenza sull'immigrazione. Mentre il presidente dei senatori dell'Ump, il liberale Gérard Longuet, sostituisce Juppé alla Difesa. E Xavier Musca va al posto di Guéant.
Vacanze scandalo in Tunisia e legami con Ben Ali, si dimette il ministro Alliot-Marie
Sarkozy è stato costretto a fare questo passo dopo quattro settimane terribili, che hanno esposto a sferzanti critiche la politica estera francese. Da quando cioè il settimanale satirico e d'inchiesta Le Canard Enchainé ha rivelato i retroscena delle vacanze di Natale tunisine dell'ormai ex ministro degli Esteri Michèle Alliot-Marie. In particolare i discutibili rapporti con l'imprenditore Aziz Miled, molto vicino al regime dell'ex presidente Ben Alì.
Fino all'ultimo Sarkozy ha cercato di difendere il ministro, per evitare appunto l'ennesimo rimpasto di Governo: il nono dall'elezione, nel maggio del 2007, il quarto nell'ultimo anno.
Ma quando si è reso conto che ormai la diplomazia francese (al cui appannamento l'Eliseo ha largamente contribuito) era messa alla berlina soprattutto nei Paesi arabi, cioè in quell'area del mondo che sta conoscendo un cambiamento politico epocale, ha dovuto arrendersi. Peraltro alla vigilia di un delicato incontro a Ginevra, in ambito Onu, del numero uno del Quai d'Orsay con il segretario di Stato americano Hillary Clinton.
Per la Alliot-Marie, 64 anni, che fino a oggi aveva realizzato un percorso "sans fautes" (prima donna a guidare un partito politico in Francia, il movimento neogollista Rpr nel 1999, ministro della Difesa, poi dell'Interno e quindi della Giustizia, ritenuta da Forbes nel 2006 la cinquantesima donna più potente del mondo) è un'uscita di scena ingloriosa. Tanto più che prima di dimettersi ha cercato fino all'ultimo di resistere, senza rendersi conto di essere diventata politicamente impresentabile.