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Questo articolo è stato pubblicato il 04 marzo 2011 alle ore 09:17.
Francia e Gran Bretagna inviano navi
Le linee-guida della politica estera e di difesa comune, hanno ricordato le fonti, forniscono la base per la «possibilità di una qualche forma di sorveglianza navale» senza infrangere alcuna norma internazionale. «Non si sta sostenendo che è proprio quello che succederà», hanno puntualizzato, «ma esistono sempre modalità mediante le quali è possibile consolidare l'applicazione delle sanzioni, al fine di garantire che funzionino davvero». Tra gli Stati dell'Ue, Francia e Gran Bretagna hanno già inviato verso le coste del Paese nord-africano proprie navi militari, al pari degli Usa, con cui condividono anche l'ipotesi di una 'no fly-zonè: Parigi l'ha però subordinata a un «chiaro» mandato dell'Onu.
Napolitano: mettere fine ad azioni militari
Dall'Italia, il presidente della Repubblica Napolitano ha invitato il leader libico a mettere fine a qualsiasi azione militare. «La violenza contro il popolo libico è inaccettabile - ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano - Il colonnello Gheddafi deve fermare ogni azione militare diretta contro il suo popolo».
Le forze di Gheddafi bombardano di nuovo il terminal di Brega
Le forze del leader libico Muammar Gheddafi hanno bombardato di nuovo il terminal petrolifero di Brega, nell'est del paese. Lo ha reso noto l'emittente tv al Arabiya. Secondo quanto dichiarato in un'intervista a Sky News dal secondogenito del Raìs, Saif al Islam, il nuovo bombardamento si sarebbe reso necessario per "costringere" i ribelli a ritirarsi.
«Le bombe servono solo a costringerli a ritirarsi. Non c'è centro abitato lì, la città di Brega è a miglia di distanza. Io sto parlando del porto, della raffineria di petrolio», ha detto Saif, sottolineando che il regime farà di tutto per riconquistare il controllo della raffineria.
«È l'hub libico per petrolio e gas - ha aggiunto - tutti noi mangiamo e viviamo grazie a Brega. Senza Brega, sei milioni di persone non hanno futuro, perchè esportiamo tutto il nostro greggio da lì». «Nessuno permetterà ai miliziani di controllare Brega - ha concluso Saif - è come se voi permetteste a qualcuno di controllare il porto di Rotterdam».
Messaggi twitter al Jazira: raid arei a Misurata
Raid aerei delle forze governative sarebbero intanto in corso a Misurata, città ad est di Tripoli in mano agli insorti. Lo riferiscono messaggi inviati via twitter al sito online di al Jazira. La notizia non può essere confermata da altre fonti. Secondo un sms, i bombardamenti si stanno concentrando sulla parte meridionale di Misurata, la terza città libica. «I jet militari stanno colpendo i civili, la mia famiglia li sta sentendo», è scritto in un messaggio.
L'opposizione rifiuta il negoziato
L'opposizione che controlla Bengasi ha intanto fatto sapere che non intende negoziare con il regime di Tripoli, fino a quando Muammar Gheddafi non lascerà la guida del Paese. Il Consiglio nazionale libico ha inoltre chiesto l'intervento straniero per fermare i raid aerei contro i rivoltosi, stando a quanto riferisce la Bcc. Intanto, a Tripoli alcuni abitanti hanno chiesto di tenere oggi nuove proteste contro il regime, dopo la tradizionale preghiera del venerdì.
Frattini, opzione militare non va «considerata con leggerezza
Sulla crisi libica è intervenuto stamane a Radio 24 il ministro degli Esteri, Franco Frattini secondo cui l'opzione militare in Libia non va «considerata con leggerezza»: «Solo chi non conosce per niente il mondo arabo - è l'opinione del ministro degli Esteri Franco Frattini - può parlare con leggerezza di un'azione nel cuore del mondo arabo da parte di militari occidentali». Frattini ha ricordato che l'ipotesi di un'opzione militare in Libia necessita di «mandati precisi del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e della Nato» ma, soprattutto, ha puntualizzato il ministro, vanno tenute nella debita considerazione le «parole molto chiare della Lega Araba» che ha detto: «Gli occidentali non entrino con militari, eserciti o forze armate».
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