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Questo articolo è stato pubblicato il 08 marzo 2011 alle ore 12:55.

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Napolitano: le donne italiane sono ancora lontane dalla parità. Carfagna ricorda le pioniere dei dirittiNapolitano: le donne italiane sono ancora lontane dalla parità. Carfagna ricorda le pioniere dei diritti

Un deciso no all'immagine consumistica della donna. E' l'anima del messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che oggi al Quirinale ha partecipato alla cerimonia in occasione della Festa della donna. Napolitano ha respinto senza mezzi termini «un'immagine consumistica che la riduce da soggetto a oggetto, propiziando comportamenti aggressivi che arrivano fino al delitto». La frase è stata accolta con un grande applauso dalla platea ospitata nel Salone dei Corazzieri del Colle, alla presenza anche dei ministri Mara Carfagna, Mariastella Gelmini e Giorgia Meloni.

Secondo il capo dello Stato «per raggiungere una parità sostanziale è necessario incidere essenzialmente sulla cultura diffusa: sulla concezione del ruolo della donna, sugli squilibri persistenti e capillari nelle relazioni fra i generi».

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La parità in molti campi è ancora lontana
«Le donne italiane sono ancora lontane dall'aver conquistato la parità in molti campi», ha detto il presidente della Repubblica. Dal 1861, ha ricordato facendo un excursus storico, è stato fatto un lungo cammino, le donne hanno progressivamente conquistato spazio e diritti, «con una forte accelerazione nell'ultimo cinquantennio. Tuttavia il divario di genere risulta anche dai rapporti internazionali, nella rappresentanza politica, nei media, ancora in qualche carriera pubblica, nella conduzione delle imprese e si manifesta anche con strozzature di genere nell'accesso al mercato del lavoro. Ne soffrono - ha concluso Napolitano - le ragazze, le giovani in cerca di occupazione e ciò comporta il rischio che siano sacrificate energie e potenzialità. L'ho potuto vedere incontrando qualche giorno fa al Cern di Ginevra ricercatrici italiane che si fanno valere».

«Il Risorgimento non aveva come solo obiettivo l'unità nazionale ma si proponeva anche il rinnovamento istituzionale, civile e morale del Paese. Il ramo femminile della Carboneria aveva come motto "onore e virtù"», ha proseguito il presidente. «In questa necessaria opera di rinnovamento morale le donne di oggi, come quelle di ieri - ha ricordato il presidente - sono chiamate a dare un contributo fondamentale e sono certo che anche le nuove italiane, le tante donne immigrate che sono già diventate o diventeranno nostre concittadine, le tante che lavorano con abnegazione e senso del decoro faranno anche esse

Il ministro Carfagna ricorda le donne che hanno lottato per l'uguaglianza
All'evento ha partecipato anche il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna: le donne, ha detto, hanno «contribuito a fare la storia» e per questo «non possiamo accontentarci: continuiamo a chiedere alle forze politiche e sociali uno sforzo, una reale parità di accesso per le donne». Il ministro Carfagna ha voluto mettere al centro la figura della donna, soprattutto nell'anno del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia: «E' come sfogliare un libro nel quale i volti, i luoghi, le azioni di migliaia di donne prendono di nuovo vita e corrono fino ai giorni nostri a dare forma alle conquiste sociali, politiche ed economiche di cui oggi possiamo godere».

Carfagna ha poi ricordato alcune figure femminili che hanno fatto la storia del Paese: Anita Garibaldi, Cristina di Belgioso, Armida Barelli, Francesca Cabrini. Tra queste anche Nilde Iotti che «nel 1979 diventò la prima Presidente della Camera e rimase in carica, nessun altro dopo di lei, per 13 anni. Fece parte della Commissione dei 75, dove c'erano 5 donne, che scrisse la nostra Costituzione», e ancora Lina Merlin, a cui «si deve l'articolo 3 della Costituzione». E infine Tina Anselmi a cui, ha ricordato la Carfagna, «dobbiamo la prima legge sulle pari opportunità che abolì le discriminazioni esistenti in materia di lavoro e di salario tra i sessi, datata 1977».

«Se oggi le donne nel nostro Paese occupano ruoli importanti, - ha aggiunto la Carfagna - sono ministri della Repubblica, ma anche alla guida di sindacati o dell'associazione degli industriali, lo si deve anche al coraggio di queste pioniere. Se questo oggi è possibile è perché viviamo in un paese libero e di questa libertà sono fautrici le donne che mi hanno preceduta».

Aumenta la presenza in Parlamento
«La nostra presenza in Parlamento - ha concluso la Carfagna - è aumentata con gli anni e, con essa, l'attenzione alla questione femminile. Nell'ultimo decennio la politica ha saputo tradurre in legge e provvedimenti le esigenze e le necessità di questa metà della popolazione. Un parlamentare su cinque oggi è donna, alcune ricoprono ruoli delicatissimi. E' in questo contesto che sono nate leggi importanti per la tutela della sicurezza delle donne come l'introduzione del reato di stalking».

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