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Questo articolo è stato pubblicato il 11 marzo 2011 alle ore 09:31.

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Le proteste che hanno interessato il Nord Africa nelle ultime settimane hanno per ora avuto solo piccoli focolai in Iran e Arabia Saudita. Ma oggi la piazza coinvolta nelle manifestazioni contro i regimi sarà proprio quella di Riad. Sono infatti attese almeno 20mila persone nella capitale e nelle province a maggioranza sciita per prendere parte a quello che è stato definito il "Giorno della rabbia", mentre la monarchia saudita teme che la rivolta sciita in atto da oltre un mese nel vicino Bahrein arrivi anche in Arabia Saudita.

Il governo ha ribadito il divieto di manifestare e per l'occasione sono stati mobilitati oltre 10.000 agenti. Nelle email e nei messaggi che circolano da giorni su Facebook, gli organizzatori hanno ipotizzato di far sfilare in prima fila le donne con il loro chador, per scongiurare eventuali scontri con le forze dell'ordine. Nelle scorse settimana, il re saudita ha usato la carta delle riforme per scongiurare le rivolte, annunciando interventi sociali da 36 miliardi di dollari.

Due domeniche fa oltre 100 intellettuali sauditi hanno lanciato su internet un appello per riforme politiche, economiche e sociali, chiedendo in particolare la creazione di una "monarchia costituzionale", "la separazione dei poteri" e l'adozione di una costituzione.

Ieri tre manifestanti feriti
Ieri intanto tre manifestanti sciiti sono stati feriti ad al Qatif, nell'est dell'Arabia saudita, dalla polizia che ha aperto il fuoco per disperdere una manifestazione. «Gli spari sono arrivati quando fra 600 e 800 manifestanti sciiti, fra cui delle donne, marciavano ad al Qatif per chiedere la liberazione di nove detenuti sciiti», ha riferito un testimone all'Afp. «Quando la marcia stava per terminare nel centro della città, dei soldati hanno cominciato a sparare sui dimostranti e in tre sono rimasti feriti», ha aggiunto la stessa fonte. «I tre, tutti uomini, sono feriti in modo lieve e sono ricoverati in ospedale», ha precisato la fonte. Le autorità saudite hanno ribadito più volte negli ultimi giorni che le manifestazioni erano vietate nel Regno e che la polizia era autorizzata ad intervenire per far rispettare la legge.

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