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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2011 alle ore 18:40.

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Gelmini difende la sua riforma: ho tagliato gli sprechi, insegnanti pagati poco perché sono troppiGelmini difende la sua riforma: ho tagliato gli sprechi, insegnanti pagati poco perché sono troppi

Rispedisce al mittente le critiche di quanti l'accusano di aver tagliato i fondi alla scuola pubblica («ho tagliato gli sprechi») e avverte che gli insegnanti sono troppi in Italia «rispetto al fabbisogno e per questo sono pagati pochissimo». Nel salotto televisivo di "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, Mariastella Gelmini, ministro dell'Istruzione, difende la sua riforma e contrattacca. «La sinistra sostiene che il problema della scuola sono i tagli - spiega il ministro - ma io ho tagliato gli sprechi. La spesa nella scuola è aumentata e non diminuita negli ultimi dieci anni».

Per Costituzione e scuola 100 cortei (di Giorgio Pogliotti)

Chi scende in piazza per la scuola pubblica manda figli alle private
Quindi torna sulla manifestazione di ieri in difesa della Costituzione e della scuola pubblica. «Molti di quelli scesi in piazza per la scuola pubblica poi mandano i figli alle paritarie. La trovo una incongruenza e forse vuol dire che non hanno poi tutta questa fiducia nella scuola pubblica». La Gelmini è chiarissima e difende a spada tratta l'operato del governo. «La manifestazione è stata legittima, ma nasce su un presupposto sbagliato e cioè che l'idea che il governo abbia attaccato la scuola pubblica e la Costituzione. Sulle parole di Berlusconi c'è stato un equivoco che adesso è stato chiarito».

Gli insegnanti pagati pochissimo perché sono troppi
Il ministro sottolinea quindi che gli insegnanti sono troppi rispetto al bisogno in Italia. «Sono pagati pochissimo perché sono un quantitativo superiore al fabbisogno». La Gelmini ricorda poi che chi insegna in una scuola superiore con 15 anni di anzianità in Italia prende circa 20mila euro in meno di un collega tedesco. «Dobbiamo pagarli adeguatamente, ma se cresce il numero all'infinito sono proletarizzati».

Il ministro: dispiaciuta per scuole chiuse il 17 marzo
Infine un pensiero sui festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Qual è la cosa più importante imparata sui banchi? Il ministro risponde sicura a Fazio. «La scuola mi ha insegnato ad amare il mio paese, l'Italia. Perché - prosegue la Gelmini - è stata un collante fondamentale per il nostro paese e sono contenta che si festeggi il 17 marzo. Sono dispiaciuta, però, perché per molti mesi si era lavorato e si era pensato tante cose per quella data, ma rimanendo le scuole chiuse abbiamo dovuto anticipare le iniziative e alcune sono state annullate».

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