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Questo articolo è stato pubblicato il 15 marzo 2011 alle ore 15:03.

Il "risveglio mondiale" del nucleare è brutalmente rimesso in causa, titola il quotidiano francese Les Echos, che dedica anche un editoriale alla "questione nucleare".
"Circa 65 reattori sono in costruzione nel mondo. Ma, dalla Germania alla Svizzera, passando per gli Stati Uniti, numerosi paesi stanno rivedendo i loro piani.
Oltre alla battuta d'arresto della Germania, anche la Svizzera ha deciso di sospendere le procedure per sostituire con nuove installazioni tre delle cinque centrali nucleari del paese.
Siamo di fronte a "un nuovo inverno nucleare?" si domanda Les Echos. Dopo il gelo seguito agli incidenti di Three Mile Island e di Cernobyl, negli ultimi anni c'era stato un risveglio del nucleare civile. Oggi nel mondo sono in costruzione 65 reattori, di cui 27 in Cina. Con l'incidente, questo risveglio appare "molto minacciato". L'Italia è citata, insieme al Belgio e alla Polonia, tra i paesi che s'interrogano.
"L'Italia, che ha abbandonato il nucleare nel 1987, prevedeva di ritornarci ma ormai s'interroga", scrive Le Monde, come s'interroga il resto dell'Europa.
A Bruxelles si sono riuniti ieri i ministri dell'Ambiente e oggi si riuniscono le autorità nazionali per la sicurezza nucleare e gli industriali del settore. L'Austria, che ha respinto l'opzione nucleare 30 anni fa, ha chiesto che tutte le centrali europee siano sottoposte a stress test.
La Francia «è presa in contropiede»: teme che venga rimessa in questione la sua campagna per far considerare il nucleare come una fonte di energia "debolmente carbonica" nella strategia europea di lotta al riscaldamento globale.
Gli ecologisti chiedono l'abbandono di questa tecnologia, ma il governo francese – scrive una Reuters pubblicata sul sito internet del Nouvel Observateur - ha escluso di rimettere in causa la sua politica energetica, assicurando che sarà attento a trarre gli insegnamenti utili dagli eventi giapponesi.
La Francia è il secondo produttore mondiale di energia nucleare, dopo gli Stati Uniti. «Il gruppo francese Areva è il numero uno al mondo e Edf il primo produttore di energia elettrica nucleare mondiale», si legge ancora sul Nouvel Obs. L'incidente giapponese, secondo il consigliere speciale di Nicolas Sarkozy Henri Guaino, ritiene anzi che l'incidente possa favorire l'industria nucleare francese, «la cui sicurezza è un marchio di fabbrica».
In Italia, "che è uno dei rari paesi europei esposti a rischio sismico e il solo membro del G8 a essere sprovvisto di centrali nucleari", il piano di Berlusconi prevede che il nucleare rappresenterà in futuro un quarto della produzione di elettricità del paese. «Un membro del suo partito – conclude la Reuters - ha precisato che questo progetto non sarà modificato dalla catastrofe in Giappone».
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