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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 10:44.

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Un gruppo di sostenitori del premier applaude l'ingresso in aula dell'avvocato Ghedini (Ansa)Un gruppo di sostenitori del premier applaude l'ingresso in aula dell'avvocato Ghedini (Ansa)

Con una lettera ai giudici della decima sezione del Tribunale di Milano in cui il premier attesta l'impegno di questa mattina ma nello stesso tempo comunica di consentire la celebrazione del procedimento, è ripreso a Milano il processo Mills in cui il primo ministro è imputato di corruzione in atti giudiziari.

All'inizio dell'udienza, uno dei suoi legali, l'avvocato Niccolò Ghedini, ha consegnato la missiva al tribunale dicendo che «si attesta l'impedimento di stamani», cioè il Consiglio dei ministri sulla Libia, e si dà «il consenso che si proceda».

Nei giorni scorsi il premier Berlusconi aveva fatto sapere, attraverso i suoi legali, di volere essere presente all'udienza di stamani del processo Mills. Poi però per stamani è stata programmata una riunione del Consiglio dei ministri, a cui dovrà partecipare il presidente del Consiglio, con al centro il tema della crisi libica. Dunque, l'avvocato Ghedini stamani ha consegnato al presidente del collegio una missiva del premier in cui Berlusconi dichiara di essere impedito a partecipare per la riunione del Cdm, ma dà il consenso a che si proceda all'udienza, manifestando inoltre la sua volontà a partecipare alle prossime udienze.

L'udienza sta iniziando dunque e tra poco verrà chiamata a testimoniare una consulente del pm Fabio De Pasquale, Gabriella Chersicla, che dovrà ricostruire il passaggio di quei 600 mila dollari che, secondo l'accusa, il premier avrebbe fatto avere all'avvocato inglese David Mills per testimonianze reticenti in due processi che lo riguardavano, All Iberian e quello sulle tangenti alla Gdf.

L'avvocato Ghedini ha chiesto ai giudici se non si dovessero prima risolvere «i problemi» riguardo ai testimoni da citare per rogatoria all'estero, ma il Tribunale ha deciso prima di affrontare la testimonianza della consulente del pm e poi l'aspetto che riguarda le rogatorie.

Dai fan del premier applausi in aula a Ghedini
Un centinaio di sostenitori del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con appuntata una coccarda azzurra sul petto, hanno sostenuto il premier al Palazzo di giustizia di Milano. La seduta è stata momentaneamente sospesa e all'uscita dall'aula l'avvocato del premier Niccolò Ghedini è stato accolto da fragorosi applausi. «Siamo qui in sostegno del premier - ha detto una delle presenti - e indossiamo una coccarda azzurra per difendere la libertà». I carabinieri hanno fatto allontanare i sostenitori del presidente del Consiglio su richiesta del giudice Francesca Vitale, presidente del collegio giudicante. I sostenitori sono rimasti nel corridoio ma a una distanza maggiore dall'ingresso dell'aula.

Due donne, rispondendo alle domande sul caso Ruby, hanno spiegato: «Una grande bugia. Dovevano trasmettere la vicenda al mondo intero prima del processo? E poi se non è vero lo hanno sputtanato». Una delle due poi ripete: «Non ci sono mai stati rapporti con la minorenne e quelle ad Arcore erano tutte delle semplici cene, e poi immaginarsi con tutti i problemi che abbiamo...». Un altro signore davanti ai microfoni ha spiegato di essere da sempre «un uomo di destra» e di essere «venuto qui per portare solidarietà» al presidente del Consiglio. Ruby? «Io faccio un discorso di libertà - ha replicato -, credo nella magistratura tanto e non quanto... Io avrei denunciato i pm perché non è possibile che si siano sprecati tutti questi soldi per seguire Berlusconi quando in giro ci sono altri malfattori». E un'altra signora dice: «Io prenderei a legnate tutte quelle ragazze... Però uno a casa sua può fare quello che vuole».

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