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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 13:56.

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I ministri Ue sulla Libia: nuove sanzioni contro la National oil companyI ministri Ue sulla Libia: nuove sanzioni contro la National oil company

Ci si mette anche la Norvegia: chiarezza su chi comanda o niente F-16
I sei caccia F-16 norvegesi inviati nel Mediterraneo per partecipare alle operazioni militari in corso in Libia non inizieranno la loro missione fino che non sarà stata chiarita la questione relativa al comando delle operazioni: lo ha dichiarato il ministro della Difesa norvegese, Grete Faremo. «La loro partecipazione dovrà attendere dei nuovi ordini che presuppongono la messa in opera di un sistema di comando, e perché ciò accada ci vorranno diversi giorni», ha spiegato il ministro. Secondo fonti delle forze armate norvegesi i sei caccia non saranno di stanza nella base italiana di Sigonella, come era inizialmente previsto, ma stabiliranno la loro base operativa a Creta.

Il segretario dell'Onu Ban Ki-Moon: «L'intervento Onu sia monito per tutti i regimi»
L'intervento sotto egida Onu in Libia deve essere considerato come un messaggio a tutti i regimi autoritari che continuano a dare ordine di aprire il fuoco sui manifestanti e a reprimere le opoosizioni. Lo ha detto oggi il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon in un'intervista all'agenzia France press. Ban, che oggi inizia una visita in Egitto e Tunisia, riferendosi proprio a questi due paesi dice che è «evidente che un vento di cambiamento a preso soffiare sulla regione. La comunità internazionale - prosegue - ha la responsabilità di aiutare queste popolazioni e fare i modo che i dirigenti inizino ad ascoltare in modo chiaro e sincero le voci del popolo e le aspirazioni della cittadinanza». Quanto accaduto in Egitto e Tunisia deve, ha proseguito Ban, essere preso in seria considerazione anche dai dirigenti di Bahrein, Yemen e Siria.

Quanto alla risoluzione 1973 che autorizza l'intervento in Libia, Ban la definisce una scelta «storica»: la risoluzione «afferma senza equivoci la determinazione della comunità internazionale a intervenire a protezione dei civili dalle violenze perpetrate contro di loro dai proprio governi». Ed è stato «il forte impegno della Lega Araba» per proteggere i civili in Libia ad aver «reso possibile l'adozione della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu». «Col forte impegno della Lega Araba - ha affermato Ban Ki-Moon - la comunità internazionale è stata in grado di prendere misure decisive per proteggere i civili che il colonnello Gheddafi sta uccidendo ed attaccando, una situazione considerata totalmente inaccettabile e condannata da tutto il mondo».

Westerwelle insiste sulle «buone ragioni» della Germania
La Lega Araba, da parte sua, ha ribadito il sostegno alla risoluzione 1973 ma anche la preoccupazione che civili libici possano essere colpiti dai raid. Una puntualizzazione che ha fatto dire al ministro tedesco, Guido Westerwelle, che la Germania aveva «buone ragioni» per temere questa offensiva. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, in visita al Cairo, ha sottolineato al segretario della Lega Araba, Amr Mussa, l'importanza che il mondo parli «con una voce sola» sulla Libia. Al termine del colloquio una cinquantina di manifestanti pro-Gheddafi hanno circondato Ban in piazza Tahrir, costringendolo a uscire da un ingresso secondario. Critiche all'intervento militare sono arrivate dalla Russia, il cui premier Vladimir Putin ha definito la risoluzione Onu una «chiamata medievale alle crociate».

L'Ue vara sanzioni contro la National Oil Company libica
I ministri degli esteri dell'Unione europea hanno dato il via libera alle nuove sanzioni contro entità libiche e membri del governo in accordo con la risoluzione Onu. Tra le "entità" c'è anche la National Oil Company, che sarà sottoposta al blocco degli asset detenuti nell'Ue. Lo ha annunciato il ministro degli esteri Catherine Ashton poco prima della riunione dei ministri europei. Il ministro tedesco Guido Westerwelle ha ribadito la posizione critica verso i bombardamenti. Dall'inizio della crisi libica, è la terza volta che la Ue rafforza le sanzioni contro il regime di Gheddafi. Le nuove misure allungano anche la lista delle persone saranno congelati beni ed averi (prendendo di mira tutte le autorità libiche, in particolare i membri del governo), e prevedono nuovi interventi per garantire l'efficacia dell'embargo delle armi e l'interdizione dei voli commerciali libici in tutti i cieli della Ue. I tempi di applicazione delle nuove sanzioni - riferiscono fonti - «saranno brevi, tecnici». L'Italia ha chiarito la sua posizione. In Libia non ci deve essere una «guerra» e l'Italia intende verificare «la coerenza» dell'azione della coalizione internazionale con il pieno rispetto della risoluzione 1973 dell'Onu. È con questi paletti che il ministro degli esteri Franco Frattini ha chiesto oggi a Bruxelles che la struttura di comando delle operazioni militari in Libia passi presto dalla coalizione dei volenterosi sotto l'ombrello della Nato.

L'Iran condanna Odissea all'alba
L'Iran «condanna l'intervento militare in Libia» dei paesi occidentali che cercano «di mettere le mani sul petrolio». Lo ha dichiarato la guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, in un discorso a Mashhad e trasmesso dalla televisione di Stato, in occasione del Capodanno persiano. L'ayatollah ha comunque affermato che Teheran «sostiene» la rivolta in Libia e in tutti i paesi della regione. Secondo Khamenei, i «fallimenti» degli Stati Uniti nella regione proseguiranno; la guida suprema ha poi invitato a non credere al presidente statunitense, Barack Obama, quando afferma di sostenere il popolo iraniano.

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