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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2011 alle ore 22:18.

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Il Senato approva con 156 voti a favore 15 contro e una astensione la risoluzione della maggioranza, sull' intervento in Libia integrata con la risoluzione del Pd, che è identica a quella votata dalla commissione Esteri venerdì scorso, come aveva richiesto a nome del Governo il ministro Franco Frattini auspicando intese sui documenti presentati.

È passata inoltre, con 127 voti a favore, nessun contrario e cinque astenuti, la mozione del Pd sulla Libia. All'ultimo la maggioranza aveva preannunciato di non votare per bocca del capogruppo Maurizio Gasparri. Respinte invece le mozioni presentate da Idv, dal Terzo Polo e dai Radicali sulla crisi libica.

L'impegno in Libia del Governo
Il documento di Pdl, Lega e Coesione Nazionale impegna il Governo, in particolare a: pattugliare il Mediterraneo per prevenire i flussi migratori; riattivare quanto prima gli accordi bilaterali in materia energetica con la Libia; affidare alla Nato il comando e il controllo delle operazioni militari.

Il documento del Pd, assunto nel testo della maggioranza con il parere favorevole del Governo, impegna il l'esecutivo ad assicurare la protezione delle popolazioni della regione, nello scrupoloso rispetto della risoluzione 1973 e delle relative prescrizioni e, inoltre impegna ad adottare ogni iniziativa per assicurare che l'Italia partecipi attivamente con gli altri Paesi disponibili alla piena attuazione della risoluzione 1973 ai fini della protezione dei civili e delle aree popolate sotto pericolo di attacco.

Schifani sospende seduta per trovare accordo
Prima delle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni il presidente del Senato, Renato Schifani, aveva sospeso la seduta per dieci minuti annunciando alla ripresa del dibattito che l'aula di palazzo Madama avrebbe votato la risoluzione di maggioranza integrata con il dispositivo di quella del Pd, e poi la risoluzione dei democratici nel suo complesso. Ma la presidente dei senatori Pd, Anna Finocchiaro, aveva risposto chiedendo di votare prima la risoluzione del Pd. Proposta respinta da Schifani che si era appellato al regolamento secondo il quale l'ordine delle votazioni dipende dall'ordine di deposito dei documenti. La maggioranza si era poi spinta oltre accettando di integrare l'intera risoluzione dei democratici nel testo messo a punto stamane da Pdl e Carroccio.

L'appello di Frattini: Pdl recepisca alcuni punti del documento del Pd
Nel corso della replica il ministro degli Esteri Franco Frattini aveva annunciato comunque il parere favorevole del governo alla risoluzione del Pd sulla Libia. Frattini aveva quindi chiesto alla maggioranza di integrare i contenuti della propria risoluzione con alcune previsioni del testo Pd. Le due risoluzioni, aveva detto il ministro degli Esteri, «contengono i punti chiave che possono davvero permettere di rinnovare l'appello ad ancora una più forte coesione nazionale in nome dell'interesse dell'Italia».

Il tentativo di mediazione last minute di Finocchiaro (Pd)
La proposta di Frattini era stata subito accolta dal capogruppo del Pdl, Maurizio Gasparri, che aveva assicurato la disponibilità della maggioranza «a integrare il testo della mozione di maggioranza con la parte impegnativa della mozione del Pd». Mentre la Finocchiaro aveva proposto una ultima mediazione suggerendo di «concludere il dibattito votando tutti insieme una risoluzione semplicissima che dica: udita la relazione e le conclusioni di Frattini, le approva». Ma sia il Pdl che la Lega erano rimasti freddi sull'offerta del Pd. In particolare il capogruppo del Carroccio a palazzo Madama, Federico Bricolo, aveva chiesto di votare comunque la risoluzione Pdl-Lega. «Per quanto ci riguarda, è giusto votare in queste votazioni, se poi il Pd vuole votare la nostra risoluzione, sarà un piacere, altrimenti se ne trarranno conseguenze».

I democratici attaccano l'esecutivo: condizionato dalla Lega
Proprio la Finocchiaro, durante la discussione in aula, non aveva risparmiato critiche all'indirizzo dell'esecutivo lamentando l'assenza del premier Silvio Berlusconi in aula. «Il governo è condizionato dalla Lega. Tutto il Paese è condizionato dalla Lega - aveva attaccato in aula la senatrice Pd dopo aver ribadito il no del Pd al testo messo a punto dalla maggioranza -. Non votiamo la mozione perché la risoluzione rafforza la maggioranza ma infragilisce la posizione dell'Italia».

Rutelli boccia la risoluzione della maggioranza: troppe implorazioni
Tranchant anche il giudizio espresso dal leader dell'Api, Francesco Rutelli, che aveva bocciato entrambi i testi. Se la risoluzione della maggioranza è «confusa» e con troppe «implorazioni» che non portano a nulla, aveva sottolineato l'ex sindaco di Roma, la risoluzione sulla crisi libica del Pd è «condivisibile, ma è troppo povera» e non affronta alcuni punti essenziali per il dopo Gheddafi. «È necessario - aveva poi aggiunto Rutelli - anche riconoscere subito il consiglio di transizione, se poi vogliamo dialogare per la ricostruzione della democrazia il Libia» e «servono azioni immediate per coinvolgere l'Unione europea nella gestione dei flussi di profughi». (Ce. Do.)

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