Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2011 alle ore 16:11.

My24
Tra figli, cugini e fratellastri ecco l'entourage che sostiene il regime di GheddafiTra figli, cugini e fratellastri ecco l'entourage che sostiene il regime di Gheddafi

Poco dopo lo scoppio della rivolta in Libia si è verificata una catena di defezioni di pezzi dell'establishment, con un'accelerazione che aveva fatto pensare a un rapido sgretolarsi del blocco di potere su cui si basa il regime del colonnello Muhammar Gheddafi e a un rapido franare della sua stessa leadership secondo una versione libica del copione seguito dalle rivoluzioni tunisina ed egiziana. Nella seconda metà di febbraio l'ex ministro della Giustizia, Mustafa Abud al Jalil, si è unito agli insorti e ha poi assunto il comando del loro Consiglio nazionale con sede a Bengasi.

Anche il ministro degli Interni, Abdul Fattah Younis al Abidi, si è dimesso e ha abbandonato il Colonnello. Negli stessi giorni, pezzi dell'esercito sono passati con i ribelli e molti diplomatici libici sparsi per il mondo hanno lasciato il loro incarico o hanno criticato apertamente il regime. Dall'inizio della controffensiva di Gheddafi e dopo l'intervento militare della coalizione internazionale autorizzata dalla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite, è diventato sempre più difficile scandagliare la cerchia ristretta dei fedelissimi al Colonnello. Mentre Gheddafi si concede alcuni dei suoi discorsi fiume più bellicosi e alcuni dei suoi uomini – come il viceministro degli Esteri, Khalid Kaim, il portavoce dell'esercito, colonnello Milad Hussein, e il portavoce del governo, Moussa Ibrahim – alternano i più morbidi dei sorrisi a grinte meno seducenti nel comunicare al mondo la visione ufficiale del regime, è sempre più difficile verificare l'attendibilità delle notizie che filtrano dalla Libia, come quella dell'uccisione, nel corso di un'azione suicida di un militare passato con gli insorti, di uno dei figli di Gheddafi, Khamis, comandante della trentaduesima brigata: sulla sua effettiva morte non ci sono ancora certezze.

L'entourage ristretto del Colonnello è composto principalmente di familiari. Ci sono i suoi figli (anche chi, come Seif al Islam, in passato si era ritagliato il ruolo del riformista nel gioco delle parti del clan gheddafiano, è ora un vessillifero della linea dura), ma anche suoi cugini e fratellastri come Abdullah Senoussi, il capo dell'intelligence interna, che sarebbe però stato licenziato qualche settimana fa. Ai parenti si aggiungono altri papaveri, come il ministro degli Esteri Moussa Koussa, che è ritenuto corresponsabile del Colonnello nella repressione violenta degli oppositori. Negli ultimi giorni si sono diffuse voci anche su un parziale allontanamento critico di Koussa dal regime, ma non ci sono conferme al riguardo.

Prima dello scoppio della rivolta, l'assetto della cerchia intima dei fedelissimi era il frutto di un restringimento della medesima (Gheddafi nutre da sempre una grande paura di eventuali congiure e colpi di mano), ma anche di una prudente concessione a qualche rivalità interna. Queste rivalità, che erano tollerate secondo l'immarcescibile precetto del "divide et impera", contribuiscono ora a un'ulteriore complicazione del quadro. In questi giorni è quindi difficile capire chi sia davvero vicino al Colonnello, chi invece abbia perso la fiducia da parte del capo in quella che potrebbe essere l'ora estrema del regime, chi appaia vicino a Gheddafi ma soltanto perché trattenuto forzatamente, forse agli arresti domiciliari, vicino al Colonnello, per poter essere controllato a vista. L'impressione di molti analisti è che qualcuno, anche fra i fedelissimi e tra i parenti, stia cercando di valutare se sia ormai troppo compromesso con il regime, e quindi destinato ad accompagnare il leader fino alla fine, oppure se esista lo spazio per corridoi personali verso l'espatrio in un porto sicuro o verso l'immunità. Queste ipotesi sono state accreditate anche dal segretario di stato americano, Hillary Clinton, che in un'intervista alla Abc ha citato le voci su nuovi candidati alla defezione nell'establishment libico che avrebbero attivato i loro contatti all'estero in cerca di possibili vie d'uscita personali.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi