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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2011 alle ore 15:20.

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Il Papa durante l'Angelus (AP)Il Papa durante l'Angelus (AP)

«Un accorato appello agli organismi internazionali e a quanti hanno responsabilità politiche e militari, per l'immediato avvio di un dialogo, che sospenda l'uso delle armi» è stato lanciato da Papa Ratzinger dopo la preghiera dell'Angelus. «Di fronte alle notizie, sempre più drammatiche, che provengono dalla Libia - ha detto il Pontefice - cresce la mia trepidazione per l'incolumità e la sicurezza della popolazione civile e la mia apprensione per gli sviluppi della situazione, attualmente segnata dall'uso delle armi».

Per Benedetto XVI, «nei momenti di maggiore tensione si fa più urgente l'esigenza di ricorrere ad ogni mezzo di cui dispone l'azione diplomatica e di sostenere anche il più debole segnale di apertura e di volontà di riconciliazione fra tutte le parti coinvolte, nella ricerca di soluzioni pacifiche e durature». «Elevo al Signore la mia preghiera - ha poi concluso - per un ritorno alla concordia in Libia e nell'intera Regione nordafricana».

Benedetto XVI è tornato oggi a chiedere la fine della violenza in Medio Oriente, facendo riferimento all'attentato dell'altro giorno a Gerusalemme. «Il mio pensiero - ha detto il Papa dopo l'accorato appello per la fine dell'uso delle armi in Libia - si indirizza alle Autorità ed ai cittadini del Medio Oriente, dove nei giorni scorsi si sono verificati diversi episodi di violenza, perchè anche là sia privilegiata la via del dialogo e della riconciliazione nella ricerca di una convivenza giusta e fraterna».

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