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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2011 alle ore 18:14.
La notizia va presa con cautela e molta prudenza come spesso accade in questi casi, vista la delicatezza della materia del debito pubblico dei paesi periferici europei, ma intanto (e questo è sicuro) sale la febbre sui Cds greci sui rumors che il governo di George Papandreou possa ristrutturare, in qualche modo, il suo debito da 300 miliardi di euro. Andiamo con ordine. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha negato la notizia pubblicata dal settimanale tedesco Der Spiegel nel fine settimana secondo cui alti funzionari del Fondo starebbero sollecitando il governo greco per una ristrutturazione del debito. «Come abbiamo sempre detto, l'Fmi sostiene la scelta del governo greco di non ristrutturare il debito e di rispettare i suoi obblighi. Qualsiasi fonte che dica il contrario sbaglia», ha detto un portavoce dell'Fmi in un comunicato. Ma la smentita non ha completamente rassicurato i mercati, anzi.
Nuovo buco previdenziale
Ad aumentare i timori è stata la notizia di un ulteriore inasprimento delle misure di austerità già varate lo scorso anno dal governo di Atene, dopo che sarebbe emerso che le cifre inviate venerdì dall'Istituto statistico greco (Elstat) alla Commissione europea indicano che il deficit di bilancio del 2010 è di circa l'1% superiore a quanto stimato in precedenza. Lo riferisce il quotidiano Kathimerini secondo cui il rapporto deficit-pil 2010 toccherà il 10,6% del pil. La discrepanza, secondo il giornale, sarebbe da attribuire a vari fattori. Tra questi, il principale sarebbe che i fondi della previdenza sociale, invece di avere un surplus di 900 milioni di euro, avrebbero registrato 500 milioni di euro di debito. Il «riaggiustamento» delle cifre - fa notare il giornale - non poteva venire in un momento peggiore per la Grecia: proprio lunedì 4 aprile, infatti, è previsto il ritorno ad Atene degli esperti della «troika» della Commissione Europea, della Bce e dell'Fmi. Secondo il quotidiano, gli esperti economici potrebbero chiedere al governo di George Papandreou misure urgenti per recuperare entro quest'anno una cifra extra variante fra i tre e i tre milioni e mezzo di euro.
Cds in aumento
Un default dalla Grecia, è anche suggerito dai prezzi nel mercato dei derivati, nervosismo che può condannare per contagio Irlanda e Portogallo alla stessa sorte. «La Grecia dovrà ristrutturare nel 2013, o forse prima» ha affermato Marie-Anne Allier, capo del Gruppo Amundi Asset Management, in Europa, terzo gestore degli investimenti con 689,5 miliardi di euro. «Se la Grecia ristruttura, sarà molto difficile per l'Irlanda e Portogallo imporre un programma di austerità molto rigorosa per non ristrutturare. Si tratta di un effetto domino».
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