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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2011 alle ore 13:25.

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano stringe la mano al vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura Michele Vietti (Archivio / Ansa)Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano stringe la mano al vicepresidente del Consiglio Superiore della magistratura Michele Vietti (Archivio / Ansa)

Giorgio Napolitano auspica «un più sereno clima istituzionale» e ha ribadito il convincimento che «l'autonomia e l'indipendenza della magistratura costituiscono principi inderogabili in rapporto a quella divisione tra i poteri che è parte essenziale dello Stato di diritto». Lo scrive il Quirinale in una nota diffusa al termine dell'incontro tra il capo dello Stato e la giunta dell'Anm, l'Associazione nazionale magistrati che gli ha espresso preoccupazioni e perplessità sul testo del disegno di legge costituzionale in tema di riforma della giustizia approvato l'11 marzo 2011 dal consiglio dei Ministri e non ancora trasmesso al capo dello Stato per la presentazione alle Camere. Pronta la replica del governo: il provvedimento sarà entro oggi 5 aprile nella disponibilità del presidente Napolitano, assicurano fonti del ministero della Giustizia, secondo le quali il testo è stato inviato ieri sera a palazzo Chigi seguendo la procedura ordinaria. Il ddl è stato quindi licenziato stamattina da palazzo Chigi con la sua relazione di accompagnamento e - sottolineano le stesse fonti - inviato al Quirinale, dove sta seguendo il regolare iter.

Nel corso del vertice Anm-Napolitano, sono state manifestate anche, prosegue la nota del Quirinale, vive preoccupazioni per le gravi ricadute sul sistema giustizia che potrebbero avere recenti iniziative di legge ordinaria e in generale per il continuo rinnovarsi di polemiche indiscriminate nei confronti della magistratura nel suo complesso.

Palamara: grande attenzione da parte del Colle
«Abbiamo avuto grande attenzione da parte del presidente Napolitano», ha dett
o il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Luca Palamara. «La posizione dell'Anm - ha proseguito Palamara - non è di chiusura corporativa ma di volontà di mantener fermi quei principi che riteniamo capisaldi dello Stato di diritto e che sono a garanzia e tutela dei cittadini come l'autonomia e l'indipendenza della magistratura che riteniamo fortemente alterata nell'eventuale approvazione del disegno di legge sulla riforma costituzionale della giustizia». Al capo dello Stato, ha detto ancora Palamara, i rappresentanti dell'Anm hanno voluto inoltre rilanciare quelle che ritengono priorità per far funzionare meglio la macchina della giustizia e cioè la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, l'informatizzazione della giustizia, e maggiori risorse. È in arrivo uno sciopero dei magistrati? «Prima intendiamo concludere il percorso istituzionale avviato questa mattina con l'incontro con Napolitano», ha tagliato corto Palamara.

Napolitano: su riforma serve ampia condivisione
Dal canto suo il capo dello Stato ha espresso «la convinzione che l'apertura di un confronto su proposte di modifica del Titolo IV della Costituzione possa costituire terreno di impegno per tutte le forze politiche e culturali e in particolare per tutte le componenti del mondo della giustizia: ferma restando la necessità che un tale confronto avvenga senza pregiudiziali e con la massima disponibilità all'ascolto e alla considerazione delle diverse impostazioni e proposte. In termini più generali, Napolitano ha riaffermato la legittimità di interventi di revisione di norme della Seconda Parte della Costituzione che possano condurre a una rimodulazione degli equilibri tra le istituzioni quali furono disegnati nella Carta del 1948: «rimodulazione - scrive il Colle - che in tanto può risultare convincente in quanto comunque rispettosa della distinzione tra i poteri e delle funzioni di garanzia».
Napolitano ha sottolineato infine che le regole fissate nell'articolo 138 della Costituzione, sono «ispirate al principio della ricerca di un'ampia condivisione, che deve comprendere anche la definizione di puntuali orientamenti per le leggi ordinarie attuative della riforma costituzionale».

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