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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 06:38.

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Prima della guerra la Gulf Company, che ha uno stand fisso al Tribunale, sede del Governo provvisorio di Bengasi, produceva 500mila barili al giorno. Ahmed Al-Farsi, ingegnere, sottolinea con orgoglio «Questa è stata la rivolta dei giovani ma anche nostra. Mahdi aveva 47 anni, Rafallah, ucciso dagli sniper, 48: era direttore del campo petrolifero di Sarir, il più grande della Sirte. La Gulf Oil con 5mila dipendenti è la maggiore azienda di questa parte del Nordafrica, spina dorsale della nostra economia».
"Russia, China, Forget the Oil", avverte un cartello vicino alla tenda dell'Agco: un monito per le due potenze contrarie all'intervento in Libia che di malavoglia si sono astenute al Consiglio di sicurezza Onu. Ma ora anche la Nato è nel mirino: gli oppositori di Gheddafi pensano che gli aerei dell'Alleanza non facciano abbastanza per distruggere le forze di Tripoli. «È evidente che in questa guerra c'è un'agenda nascosta sul petrolio della Cirenaica - dice El-Mehadawi - perché abbiamo 45 miliardi di barili di riserve in una posizione strategica per l'Europa. Dobbiamo però guardare al nostro obiettivo principale: abbattere Gheddafi, poi vedremo quali saranno i nostri partner ma è abbastanza logico che le compagnie italiane come l'Eni o la francese Total saranno sempre in primo piano».
Al Consiglio transitorio di Bengasi si fanno calcoli più immediati. «Gli introiti del petrolio - produciamo ancora 100mila barili al giorno - potrebbero servirci per amministrare la Cirenaica, portare soccorso alle popolazioni assediate come quelle di Misurata e, perché no, anche a procurarci le armi», sostiene il responsabile dell'economia Ali Tahroni. Gli Shaid, i martiri del petrolio del Gulf Oil, forse sognavano, liberandosi del Colonnello, che un giorno la Cirenaica avrebbe rimesso le mani sul petrolio dei Senussi.
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LA PAROLA CHIAVE
Consiglio transitorio
Il Consiglio nazionale transitorio (Cnt) è il Governo provvisorio creato dai ribelli libici in seguito alla rivolta popolare contro Gheddafi, guida politica della Coalizione della rivoluzione del 17 febbraio. Composto da 31 membri, ne fanno parte varie forze anti-Gheddafi e alcuni ex membri del Comitato generale popolare di Libia e dell'Esercito passati con l'opposizione. Il Cnt governa le regioni liberate dalla rivoluzione, si è riunito la prima volta a Bayda il 24 febbraio 2011, mentre dal 27 febbraio si riunisce temporaneamente a Bengasi, roccaforte e "capitale" dei ribelli. Autoproclamatosi il 5 marzo 2011 unico legittimo rappresentante della repubblica libica, ha come segretario generale l'ex ministro della Giustizia di Gheddafi, Mustafa Abdul Jelil. Compiti principali del Cnt sono liberare l'intera Libia, organizzare libere elezioni e redigere una nuova costituzione

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