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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 06:36.

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Secondo alcune versioni anche nei confronti di Bollorè sarebbe stata sondata la possibilità di dimissioni, almeno dalla carica di vicepresidente. Ma non con particolare accanimento. Bollorè con la sua astensione sui conti 2010 del Leone e i dubbi espressi sulla vicenda ceca delle Generali è stato all'origine delle recenti polemiche. Ma è anche il rappresentante degli azionisti francesi di Mediobanca ed una prova di forza da parte, tra gli altri, dell'ad di Piazzetta Cuccia avrebbe aperto un altro fronte. Del resto il finanziere bretone si sarebbe presentato in consiglio con un ramoscello d'ulivo. «Se Isvap e Consob sono soddisfatte delle risposte ricevute da Generali - avrebbe detto – non ho nulla da aggiungere». E così ha mantenuto la sua vicepresidenza. All'uscita dalla sede delle Generali ha accolto con un sorriso i cronisti: «va tutto bene».
Il cda di Generali ed il successivo esecutivo sono state riunioni brevi, servite soprattutto per attribuire al Group Ceo Giovanni Perissinotto le contestate responsabilità (su comunicazione e rapporti istituzionali) che Geronzi aveva ricevuto lo scorso anno. Il prossimo presidente delle Generali sarà effettivamente privo di ogni delega. E dovrà andare d'accordo con con un Ceo che, a questo punto, concentra tutti i poteri.
Perissinotto è il vero vincitore di questa partita. La sua leadership era stata messa in discussione dalle sortite del presidente, soprattutto da quella intervista al Financial Times nella quale l'ex presidente suggeriva scelte d'investimento (ad esempio nel settore bancario) diverse da quelle indicate dai manager operativi. Ed anche nelle sortite di Bollorè qualcuno aveva intravisto una regia comune. Con il chiarimento al vertice ora le responsabilità sull'andamento della compagnia e sulla performance del suo titolo riposano ormai sulle spalle del Ceo. Ieri la Borsa ha reagito con entusiasmo ed anche l'alleato ceco Ppf si è augurato una nuova fase in cui la compagnia «possa tornare a concentrarsi nuovamente sul suo business».
Cesare Geronzi esce di scena prima di poter partecipare ad un'assemblea degli azionisti, ciò che rende la sua presidenza una delle più brevi nella storia centenaria della compagnia italiana. «Amo le cose complesse, se non non mi intrigo», aveva detto nell'aprile scorso nel momento della sua investitura. Questa volta , però è rimasto intrappolato nella stessa complessità del suo gioco
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LA PAROLA CHIAVE
Solvency II
Solvency II è una proposta di direttiva Ue, della quale non esiste ancora un testo definitivo approvato, che ha lo scopo di estendere la normativa di Basilea II al settore assicurativo, coprendo i tre tipi di rischio: rischio di credito, rischio di mercato e rischio operativo.
Gli accantonamenti per garantire la solvibilità variano fra un limite inferiore che è il Minimum capital requirement (Mcr) e il Solvency capital requirement (Scr). L'Scr, chiamato anche «Target Capital», risolve il problema del circolo vizioso che veniva a crearsi per le assicurazioni in crisi, che non avendo liquidità per gli accantonamenti, vendevano azioni pur di diminuire il patrimonio sul quale era calcolata la percentuale da accantonare.
UN ANNO ALLA PRESIDENZA DEL LEONE/2
16 MARZO 2011
Bolloré si astiene sul bilancio
Una tappa importante dello scontro è il 16 marzo: Vincent Bolloré (nella foto), vicepresidente vicino a Geronzi, non vota il bilancio di Generali. Esprime anche dubbi sull'alleanza con il gruppo ceco Ppf, il cui fondatore Petr Kellner, è anche consigliere di Generali.
21 MARZO 2011
Perissinotto scrive a Geronzi
L'ad Perissinotto scrive una lettera a Geronzi, esprimendo «perplessità» sull'equidistanza del presidente in merito alle dichiarazioni di Bolloré, «potenzialmente lesive» degli interessi della compagnia. Per questo gli chiede interventi decisi.
4 APRILE 2011
Si dimette anche Ana Botìn
Dopo Leonardo Del Vecchio lascia il Cda anche Ana Botìn (nella foto), figlia del fondatore del Santander in Spagna. Il motivo ufficiale è legato «ai nuovi incarichi nell'ambito del gruppo Santander». È possibile, però, che abbia anche pesato l'estraneità allo scontro in Generali.
6 APRILE 2011
Geronzi lascia, resta in Fondazione
«A seguito della situazione venutasi a creare, Geronzi ha
ritenuto, nel superiore interesse della Compagnia, di rassegnare le dimissioni». Questa la nota con cui Cesare Geronzi ha annunciato l'uscita di scena. Poi ha lasciato in auto la sede di Generali (nella foto).

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