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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2011 alle ore 14:10.

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Processo breve: mercoledì prossimo il voto finale sul ddl. Sanzionato l'Idv Zazzera per il cartello contro MaroniProcesso breve: mercoledì prossimo il voto finale sul ddl. Sanzionato l'Idv Zazzera per il cartello contro Maroni

Doveva essere un'altra giornata campale e così è stato. Anche oggi, infatti, alla Camera, maggioranza e opposizione si sono dati battaglia sul disegno di legge per il processo breve. Il cui voto finale - ad annunciarlo è stato il presidente della Camera, Gianfranco Fini - arriverà con tutta probabilità mercoledì prossimo, dopo le dichiarazioni di voto che inzieranno alle 18. Il ruolino di marcia, definito "sentendo i gruppi", ha chiarito lo stesso Fini, prevede così che le votazioni riprendano martedì della prossima settimana alle 15 con eventuale seduta notturna.

Continua l'ostruzionismo di dipietristi e democratici
Maggioranza e opposizione si ritroveranno dunque la prossima settimana dopo una giornata, quella odierna, segnata da toni accesi e dall'ostruzionismo di Pd e Idv. Che, come aveva promesso ieri il capogruppo dei Democrats, Dario Franceschini, hanno usato anche le «virgole regolamentari» per ritardare l'esame e l'approvazione degli emendamenti (la seduta di oggi si è chiusa con la bocciatura dell'ultimo emendamento all'articolo 1 del ddl). Ma, ad accendere la temperatura dell'assemblea, sono stati soprattutto gli attacchi dell'opposizione nei confronti di alcuni ministri: nel mirino sono il guardasigilli Angelino Alfano e il collega degli Esteri, Franco Frattini.

Casini attacca Alfano: non ha mantenuto le promesse
Proprio il titolare della Giustizia è stato il più bersagliato negli interventi del centro-sinistra tutti tesi a sottolineare che il provvedimento rappresenta di fatto «un'amnistia mascherata». «Mi onoro di essere amico di Alfano - ha detto in Aula il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini - tuttavia siamo legittimati a ricordare che Alfano nei giorni scorsi aveva spiegato che c'era una riforma epocale della giustizia in cantiere e che questo avrebbe provocato il ritiro di tutti i provvedimenti ad personam. Constatiamo con amarezza che si è persa anche questa occasione per riformare la giustizia solo per inseguire l'ossessione giudiziaria di Berlusconi». Più volte al ministro l'opposizione ha chiesto di fornire i numeri dei processi che verrebbero cancellati dal ddl, facendo così scattare la solidarietà del Pdl nei confronti di Alfano.

L'ironia dei finiani contro Frattini
Anche Frattini è stato però preso di mira. A farlo è stato il capogruppo di Fli a Montecitorio, Benedetto Della Vedova, che ha sottolineato l'inopportunità che in un momento così delicato per la politica estera il titolare della Farnesina stia in Aula per assicurare il proprio voto. Così il finiano, tra il serio e il faceto, si è offerto di ritirare il proprio voto per bilanciare quello di Frattini e permettergli di lasciare l'assemblea. Il ministro, però, ha replicato piccato. «È gravemente irrispettoso che si metta in dubbio il mio diritto-dovere di voto persino da chi è membro del Parlamento». Franceschini ha invece tirato in ballo il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. «Vorrei dire a Tremonti, che è nascosto là, che c'è un posto libero tra i banchi del Governo».

Bagarre in Aula tra Corsaro (Pdl) e il centrista Adornato
Insomma, un confronto acceso che si era surriscaldato già dalla mattinata. Quando in Aula era intervenuto Massimo Corsaro, vicecapogruppo del Pdl, che aveva duramente criticato la magistratura definendola «politicizzata» e dedita a una «battaglia a sconfiggere quel Berlusconi che non si riesce a battere nelle urne». Corsaro, citando Borsellino, aveva rivendicato al governo attuale un impegno senza precedenti nella lotta alla mafia «mentre qualcun altro nei precedenti governi faceva accordi con le cosche». Dai banchi del centro-sinistra si erano quindi levati cori di protesta quando Corsaro aveva sostenuto che «c'è voluto il rapimento e l'assassinio di Aldo Moro per far sì che non si parlasse più di sedicenti Brigate rosse». L'opposizione aveva poi applaudito l'intervento di Ferdinando Adornato dell'Udc che aveva condannato le finalità della maggioranza, la quale punta a «fare strame del diritto» per salvare Berlusconi dai suoi processi. E poi, aveva sottolineato Adornato rivolgendosi a Corsaro, «non vi è consentito confondere Aldo Moro con Lele Mora».

Per Zazzera (Idv) censura e sospensione di due giorni
Sempre stamane poi l'ufficio di presidenza di Montecitorio aveva sanzionato il deputato dell'Idv, Pierfelice Zazzera, che al termine dell'informativa sull'immigrazione svolta dal ministro Roberto Maroni alla Camera, aveva esposto un cartello contro il ministro («Maroni assassino»). La sanzione aveva avuto effetto immediato e Fini, nel comunicare all'assemblea la decisione, aveva quindi invitato il parlamentare a «lasciare immediatamente l'aula». La punizione di Zazzera era stata infatti approvata all'unanimità dai gruppi, compresa l'Italia dei valori.Che in Aula si era subito dissociata dal gesto del deputato prima con Antonio Di Pietro e poi con il capogruppo Massimo Donadi. «Chiediamo scusa al ministro».

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