Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 15:59.

My24
Giustizia, scontro alla CameraGiustizia, scontro alla Camera

Alla Camera avanti tutta sul processo breve e sulla prescrizione ridotta per gli incensurati che, se approvata, avrebbe un impatto immediato sui processi del premier, a cominciare dal caso Mills (con il taglio contenuto nel processo breve il giudizio si chiuderebbe a fine maggio e non a febbraio 2012). Al Senato, invece, tattica opposta: l'allungamento dei processi, grazie a un emendamento al ddl sul giudizio abbreviato, firmato da Franco Mugnai del Pdl e che ha appena ricevuto l'ok della commissione Giustizia di Palazzo Madama. In sostanza si elimina così il filtro per chiamare i testimoni già sentiti «in analogo procedimento» creando i presupposti per un allungamento dei tempi. Con una ricaduta, anche in questo caso, proprio sul processo Mills perché la tagliola della prescrizione scatterebbe comunque per via della dilatazione del dibattimento.

La maggioranza rinuncia a forzature sul processo breve
Intanto, però, non ci saranno forzature da parte della maggioranza sul processo breve, né la richiesta di fiducia né tantomeno quella di invertire i lavori (guarda l'agenda) per anticipare l'esame del ddl. Si va insomma verso la seduta notturna alla Camera. Intanto sul processo breve interviene anche il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che dall'Aquila risponde così a un cittadino che gli chiede di bloccare la norma.«Non deve dire a me queste cose, perché conosco le questioni e - sottolinea - le seguo come posso». Mentre il Csm ribadisce la sua contrarietà sulla prescrizione ridotta per gli incensurati. «È una sostanziale amnista per i processi in corso», si legge nel documento che arriva oggi pomeriggio all'esame del plenum.

L'aut aut di Fini: se prosegue ostruzionismo riduco tempi degli interventi
Alla Camera è comunque ancora alta tensione tra i due poli a causa dell'ostruzionismo sul processo verbale che, fin dalla mattinata, l'opposizione ha messo in campo per ritardare l'approvazione del provvedimento. Così, nel corso della conferenza dei capigruppo convocata poco fa a Montecitorio, il presidente della Camera Gianfranco Fini ha posto un chiaro aut aut al centro-sinistra. «Ove dovessero riproporsi nelle prossime sedute situazioni analoghe, la presidenza, in mancanza di un'espressa previsione regolamentare sulla durata degli interventi, ridurrà il tempo massimo degli interventi in relazione del numero degli iscritti a parlare».

La Comunitaria torna in commissione
Insomma, la maggioranza per ora preferisce non forzare. Ma il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, non scioglie completamente la riserva. «Quello che attiene alle procedure parlamentari non ce lo deve dire nessuno - sottolinea il presidente dei deputati Pdl -. chiedere un'inversione dell'ordine del giorno rientra nella normale dialettica dei lavori parlamentari». «Decideremo nella nostra sovranità - aggiunge Cicchitto - quello che andrà fatto nel pomeriggio. io non mi precludo nulla perché ci possono essere anche forme alternative al mantenimento di questo calendario e all'inversione dell'ordine del giorno. Questo - ha concluso - lo vedremo nel corso dei lavori». Così, alla ripresa dei lavori, dopo il question time, la maggioranza incassa il ritorno della Comunitaria in commissione (che passa in Aula per otto voti) come aveva anticipato stamane il capogruppo della Lega alla Camera, Marco Reguzzoni.

L'avvertimento del Carroccio al presidente della Camera
Proprio il Carroccio aveva stamane alzato i toni contro Fini reo, a suo dire, di aver condotto i lavori parlamentari in modo imparziale. Lo stesso Reguzzoni aveva ventilato l'ipotesi di assumere delle iniziative contro Fini. «Quello che sta succedendo oggi - aveva detto stamane il capogruppo dei leghisti alla Camera - è letteralmente inaccettabile, in 50 anni di storia repubblicana non era mai successo che si passasse un'intera mattinata a discutere del processo verbale, e se questo succede dipende esclusivamente da Fini». Già ieri, i capigruppo di maggioranza alla camera, durante il vertice con Berlusconi a Palazzo Grazioli per stabilire il "timing" dei lavori in aula, avevano parlato di "forzature" da parte di Fini nella conduzione dei lavori d'aula alludendo all'incidente avvenuto sulla votazione del processo verbale relativo allo scontro in Aula tra il ministro Ignazio La Russa e Fini.

Il Pd insiste: useremo anche le virgole regolamentari
L'opposizione, però, è decisa a usare l'arma dell'ostruzionismo fino in fondo. «Fino a che ci sarà il tentativo di calpestare le regole - avverte il capogruppo del Pd a Montecitorio, Dario Franceschini -, non esiteremo a utilizzare ogni virgola del regolamento per ritardare e impedire l'approvazione di questa legge». Pdl e Lega, aggiunge il capogruppo Pd, «stanno devastando il calendario dei lavori per far passare le leggi care a Berlusconi. Chiederemo la seduta notturna e staremo qui a fare la nostra parte fino in fondo».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi