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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2011 alle ore 17:28.

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Nuovo morto alla Saras, impianto sotto sequestro. Sacconi: il governo lavora a decreto su siti confinatiNuovo morto alla Saras, impianto sotto sequestro. Sacconi: il governo lavora a decreto su siti confinati

Nuova tragedia alla raffineria Saras di Sarroch, nel Cagliaritano. Un operaio, Pierpaolo Pulvirenti, di origine siciliana, è morto a causa delle esalazioni di ossido di carbonio all'interno di un impianti di lavaggio. Pulvirenti stava operando con altri colleghi, uno dei quali è rimasto intossicato. L'incidente si è verificato ieri intorno alle 18.30. Pulvirenti è andato in arresto cardiaco. Rianimato dai medici del 118, è stato trasferito all'ospedale Santissima Trinità di Cagliari dove è deceduto.

I sindacati di categoria hanno proclamato un giorno di sciopero nella raffineria di proprietà della famiglia Moratti. Questa mattina già al primo turno, appresa la notizia della morte dell'operaio della ditta d'appalto in seguito all'incidente avvenuto ieri sera nello stabilimento, gli operai hanno deciso di dare vita alla manifestazione di protesta con l'astensione dal lavoro.

Le condizioni degli altri due operai coinvolti nell'incidente sono poi leggermente migliorate. L'altro lavoratore investito dal getto di idrogeno solforato, Gabriele Serrano, anch'egli di 23 anni, di Augusta, è ricoverato nell'ospedale Brotzu ma non è intubato ed è vigile anche se è sempre nel Reparto di Rianimazione. Mentre il terzo ferito, Luigi Catania, di 42, di Siracusa, che si è fratturato una gamba cadendo da una scala mentre cercava di prestare soccorso agli altri due, è ricoverato nell'ospedale Marino di Cagliari e le sue condizioni non destano pericolo. I tre operai siciliani erano impegnati nei lavori di manutenzione straordinaria che deve eseguire una impresa d'appalto esterna, la Sar Service di Catania.

Il sostituto procuratore Emanuele Secci, titolare dell'indagine, ha disposto il sequestro del settore dell'impianto. Il magistrato, che questa mattina ha ricevuto formalmente la delega dopo l'apertura del fascicolo contro ignoti con l'ipotesi di reato di omicidio colposo dal pubblico ministero di turno Alessandro Pili, in tarda mattinata ha già preso contatto coi Carabinieri della Compagnia di Cagliari che, da ieri pomeriggio, stanno indagando sull'incidente .

In particolare, durante la notte, sono stati sentiti per sommarie informazioni due operai che lavoravano con la vittima e che sono rimasti accanto al loro amico, ricoverato in coma nel reparto di rianimazione del Santissima Trinità, sino a quando non è deceduto all'alba di oggi. Dalla Procura filtra anche la notizia che in serata il pubblico ministero, che è lo stesso che ha diretto le indagini sull'incidente di due anni fa costato la vita a tre operai, effettuerà un sopralluogo nel settore dell'impianto dove si è verificata la tragedia.

Il Governo ha espresso solidarietà ai parenti, ai colleghi e agli amici dell'operaio deceduto. «L'ennesimo infortunio mortale nei cosiddetti "ambienti confinati" - ha dichiarato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi - conferma l'assoluta utilità delle disposizioni che il Governo ha proposto alla Commissione consultiva delle parti sociali e che ora ha trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. Utilizzando una norma del Testo unico in materia di salute e sicurezza sulle qualificazioni di alcune attività, il Governo ha infatti prediposto un testo specificamente dedicato agli "ambienti confinati" per garantire, oltre a una specifica qualificazione degli appaltatori, una più adeguata informazione ai loro lavoratori e la vigilanza continua dell'appaltante in modo da prevenire ogni infortunio grazie alla compiuta conoscenza del contesto nel quale si effettuano le opere di pulizia e di manutenzione». Gli ispettori del ministero - ha concluso Sacconi - «sono stati comunque attivati per offrire la loro collaborazione, ferma restando la responsabilità della vigilanza in capo al Servizio sanitario regionale».

Un altro nuovo morto sul lavoro alla Saras di Cagliari «a distanza di appena due anni dall'incidente che portò alla morte di tre operai. Una dinamica - ha commentato il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere - che sembra ripetersi perché, a quanto apprendiamo, il lavoratore, morto poi nella notte, effettuava un'operazione di pulitura in un sito che pare non fosse stato bonificato». Il ripetersi di questi incidenti - ha osservato Scudiere - «mette in evidenza i gravi ritardi sul versante delle azioni da compiere per la prevenzione e il controllo degli appalti nei siti confinati. La Cgil si stringe al dolore della famiglia, condivide la scelta delle otto ore di sciopero degli operai della Saras e chiede al ministro l'emanazione immediata del decreto legge sui siti confinati le cui linee - conclude - sono già state condivise e concordate nella commissione consultiva su salute e sicurezza».

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