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Questo articolo è stato pubblicato il 12 aprile 2011 alle ore 14:55.

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Con gli sforzi per un cessate il fuoco ancora in alto mare, il dibattito sulla Libia si concentra sul ruolo della Nato all'inizio di una serie di appuntamenti che vanno dalla riunione odierna dei ministri degli Esteri dell'Ue a Lussemburgo alla ministeriale dell'Alleanza atlantica di giovedì a Berlino, passando per il Gruppo di contatto di domani a Doha.

Dopo le accuse di scarso attivismo mosse dai ribelli nei giorni scorsi, anche il governo francese ha chiesto uno sforzo maggiore all'Alleanza Atlantica. «La Nato deve svolgere pienamente il suo ruolo», ha sottolineato il ministro degli Esteri, Alain Juppè, «ha voluto prendere la guida delle operazioni e noi lo abbiamo accettato». Deve «impedire che Gheddafi usi armamenti pesanti per bombardare la popolazione», ha insistito. Bernard Valero, portavoce del ministero degli Esteri francese, ha precisato che il Consiglio nazionale transitorio, sorta di governo-ombra istituito a Bengasi dai ribelli libici per amministrare le zone liberate, sarà parte integrante e a tutti gli effetti dei lavori che si terranno domani a Doha per la prima riunione formale del Gruppo di Contatto sulla Libia.

Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha invitato la Nato a intensificare i raid sulla Libia e ha ricordato che Londra ha offerto altri aerei. «Naturalmente se altri Paesi facessero lo stesso sarebbero benvenuti», ha aggiunto, «si può sempre fare di più».

In mattinata Franco Frattini ha ricevuto il rappresentante della politica estera del Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt), Ali al-Isawi, accompagnato dal generale Abdel Fattah Younis, capo delle operazioni militari dei ribelli. Il ministro degli Esteri ha confermato il pieno sostegno al Cnt e ha auspicato un coordinamento sempre più stretto tra i ribelli sul terreno e l'azione delle forze della Nato. «In qualche caso - ha detto - questo coordinamento è stato rafforzato perchè ce n'era bisogno e i risultati si sono visti».

Il Cnt ha chiesto all'Italia un appoggio di sollecitare i suoi partner per ottenere nuovi riconoscimenti e per venire incontro alle esigenze umanitarie della popolazione, in particolare a Misurata, dove la situazione è drammatica e dove bombardamenti delle forze di Gheddafi hanno causato dei danni drammatici«.

Intanto la televisione di stato libica ha affermato che ci sarebbero delle vittime tra i civili e le forze di polizia dopo il raid Nato della scorsa notte, contro la città di Kikla,(150 chilometri a sud ovest di Tripoli). Le bombe avrebbero colpito una zona dove la polizia stava effettuando controlli stradali ai motociclisti di passaggio all'ingresso della città.

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