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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 18:28.
Il piano sul debito sarà un mix di tagli e tasse più alte per i ricchi. È l'annuncio del presidente Obama durante il discorso sul debito pubblico americano per ridurre il deficit di quattro 4mila miliardi di dollari nei prossimi 12 anni. Obama definisce il piano il frutto di un «approccio equilibrato» e dal punto di vista politico conferma le attese della vigilia cioè proporre una sorta di contropiano rispetto a quello dei repubblicani. I tagli sono infatti diluiti in 14 anni e non in 10 così come proposto dai repubblicani e sono leggermente ridotti rispetto alle richieste dell'opposizione (4mila miliardi invece di 4,4).
Anche se parla di soldi, Obama non rinuncia ai suoi toni lirici ed esordisce: «Non stiamo parlando solo di tagli ma del futuro che vogliamo, del nostro futuro». Sia il contenuto che la forma suggeriscono che si tratta di un discorso da campagna elettorale. Il presidente insiste però sul fatto che il vivere secondo «i reali mezzi» degli americani (frase usata recentemente nel corso del dibattito sul debito) non vuol dire rinunciare a competere a livello globale e agli investimenti in questo senso. Chiarisce che nonostante il compromesso raggiunto a dicembre con i leader del Congresso, si potrebbe arrivare a uno scontro con i repubblicani proprio sulle tasse basse per i più ricchi, misura che ha contrassegnato la presidenza di George W. Bush. Obama inizia subito ad attaccare la proposta dei sui avversari: «Non c'è nulla di serio in un piano che mira a ridurre il deficit attraverso mille miliardi di dollari per i milionari ed i miliardari. Non ho bisogno - ha aggiunto - di nuove riduzioni delle
tasse, e neppure Warren Buffett (uno degli uomini più ricchi
degli Stati Uniti ndr) ne ha bisogno» ha continuato il presidente.
Le parole di Obama confermano che il dibattito su come contenere il deficit contrassegnerà quel che resta del primo mandato del presidente democratico e condizionerà la corsa per la sua rielezione nel 2012.
Il discorso arriva dopo il severo giudizio del Fondo monetario internazionale di ieri - gli Stati Uniti mancano di una «strategia credibile» per stabilizzare il debito pubblico, c'è un piccolo ma significativo rischio che ciò inneschi una nuova crisi economica mondiale.
Gli annunci. La Casa Bianca stamattina aveva preannunciato che il piano prevede di risparmiare sulla spesa per la Difesa e dalla riforma fiscale, contenere la spesa interna, ridurre quella sanitaria. Tutte misure che dovrebbero rispondere a quella necessaria austerity invocata dall'Fmi. L'atteso discorso è così servito a Obama a smarcarsi dai repubblicani che propongono un piano che combina tagli immediati e tasse più basse in modo da ridurre il deficit di 4,4 mila miliardi in dieci anni. Serve insomma al presidente, sconfitto alle elezioni di mid-term di novembre, a riprendere il controllo della scena politica e le distanze dagli avversari che pure sono i più favorevoli al piano di austerity.
ll sondaggio. A riprova di ciò, l'ultimo sondaggio Usa Today/Gallup, secondo cui gli americani sono divisi su nuovi tagli alla spesa interna: il 47% è contrario, il 45% favorevole. Se si guarda ai partiti, i democratici sono quelli che fanno più resistenza, la metà dei repubblicani appoggia il piano Obama. L'opinione pubblica si ricompatta invece nel dire no a grossi ritocchi a Medicare, il programma assistenziale per gli over 65: la pensano così la metà dei democratici e un terzo dei repubblicani.
La stampa. «La bozza del piano che sarà presentata oggi è il risultato del compromesso tra i leader del congresso raggiunto venerdì e i ritocchi di tutto il weekend», ha scritto il Washington Post. «In diversi casi però quelli che sembreranno importanti tagli saranno solo trucchi contabili». Altra stampa americana mette in evidenza che visto che bisognerebbe tagliare la spesa di 40 miliardi solo nell'anno fiscale 2011, i contabili dovranno essere molto abili.
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