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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2011 alle ore 16:00.

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Allarme Fmi sui debiti in scadenza delle banche: nei prossimi due anni 3600 miliardi di dollariAllarme Fmi sui debiti in scadenza delle banche: nei prossimi due anni 3600 miliardi di dollari

Nonostante il trasferimento di rischio dal settore privato a quello pubblico verificatosi durante la crisi, «la fiducia nel settore bancario di molte delle economie avanzate non è ancora stata recuperata e continua a interagire in modo negativo con il rischio sovrano nell'Eurozona». È questa la fotografia scattata dal Fondo Monetario Internazionale nel suo Global Financial Stability Report, diffuso dal durante i meeting primaverili in corso a Washington.

Vulnerabili le banche dell'area euro
Quasi quattro anni dopo l'inizio della crisi globale insomma, la fiducia nella stabilità del sistema bancario non è pienamente ristabilita, con i mercati che continuano a temere che alcuni istituti «non abbiano sufficienti livelli di capitale, alla luce della qualità dei loro asset». In particolare, «le banche dell'area euro rimangono vulnerabili» al fabbisogno di finanziamento.

La spada di damocle del debito in scadenza
A livello globale, secondo lo studio, gli istituti bancari vedranno arrivare a maturazione debito per 3.600 miliardi di dollari nei prossimi due anni. «Le necessità di finanziamento del debito saranno più acute per le banche irlandesi e tedesche, che dovranno rifinanziare tra il 40 e il 50% del debito totale di loro competenza nei prossimi due anni».

Servono aumenti di capitale
Come si legge nel documento, per ristabilire la fiducia e ridurre l'eccessivo affidamento fatto sui finanziamenti della banca centrale, «sarà necessario un considerevole e ulteriore rafforzamento degli istituti dell'Eurozona». Questo richiederà più alti livelli di capitale e «la ristrutturazione, e qualora necessario la chiusura, di una serie di banche di minori dimensioni». Su questa strada, anche su indicazione del governatore della banca d'Italia Mario Draghi, si sono mosse diversi istituti di credito del nostro paese: Ubi Banca (con un aumento da un miliardo di euro) e successivamente Intesa Sanpaolo (5 miliardi) e più di recente Monte dei Paschi di Siena.

Gli stress test siano credibili
«Le autorità nazionali devono agire in modo specifico, perché hanno le notizie necessarie su ogni istituto» ha detto José Vinals, direttore del dipartimento mercati valutari e di capitale del Fondo Monetario Internazionale. Gli stress test che saranno messi in atto in Europa «sono un'opportunità importante per esaminare lo stato di salute delle banche, ma davono essere credibili, severi e di ampia portata».

Banche americane e il "nodo immobiliare"
Anche negli Stati Uniti, il sistema bancario «è ancora sotto pressione», soprattutto a causa di un mercato immobiliare ancora in difficoltà dopo la crisi del settore dei mutui. Come riporta il Fmi, le autorità negli Stati Uniti, in Irlanda, Spagna, Germania e Regno Unito hanno fatto o stanno facendo considerevoli sforzi per «cristallizzare le perdite, incrementare i capitali e aumentare il deleveraging» (la riduzione della leva finanziaria) «ma queste misure devono essere rafforzate e ampliate all`interno del sistema bancario di ogni Paese». In generale, «una serie completa di strategie è necessaria per eliminare le vulnerabilità del sistema bancario e senza queste riforme il rischio di frenata tornerà ad emergere».

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